16/5/2011 00:00:00
Le previsioni di crescita per l’Italia nel 2011 e nel 2012 sono "al di sotto della media dell’eurozona" di mezzo punto. E’ quanto si afferma nelle previsioni di primavera della Commissione Ue, che indicano il PIL dell’Italia in crescita dell’1,0% nel 2011 e dell’1,3% nel 2012. Secondo la Commissione Europea i rischi per le prospettive dell’economia italiana "appaiono un po’ spostate verso il ribasso". Ciò perché l’inflazione potrebbe risultare più; alta di quanto previsto a causa degli effetti delle tensioni geopolitiche nel Nord Africa sui prezzi dell’energia con effetti negativi sul consumo privato. Inoltre un aumento più; marcato di quanto indicato dai mercati finanziari dei tassi di interesse potrebbe condizionare negativamente le decisioni di investimento delle imprese. Le esportazioni continueranno a crescere dell’1% nel 2011 e dell’1,3% nel 2012, circa mezzo punto percentuale sotto la media Eurozona. Le esportazioni italiane restano però sempre principalmente dipendenti dalle prospettive di domanda nei paesi partner dell’Eurozona. La loro crescita resterà; inferiore a quella della domanda globale. Il miglioramento della profittabilità; delle imprese avrà; un effetto positivo sugli investimenti in attrezzature ma il livello basso della capacità; di utilizzazione nell’industria e la necessità; di aggiustamenti nei bilanci "limiterà; lo spazio per nuovi investimenti". Inoltre nel 2011 il settore delle costruzioni continuerà; a contrarsi. Moderati i consumi privati nel biennio, le condizioni del mercato del lavoro miglioreranno solo gradualmente e le pressioni inflazionistiche renderanno difficile l’aumento del reddito disponibile. La ripresa dell’occupazione passerà; da -0,7% nel 2011 a +0,4% nel 2012 e +0,9% nel 2013. Le imprese riassorbiranno prima gli addetti in cassa integrazione prima di fare nuove assunzioni. Il tasso di disoccupazione e’ aumentato solo gradualmente nel 2009-2010 stabilizzandosi attorno all’8,5%. Il tasso disoccupazione giovanile e’ aumentato di 6 punti superando il 28% nei primi mesi del 2011. La disoccupazione a lungo termine come quota della disoccupazione totale e’ aumentata di 4 punti a 48,5%. Il tasso di disoccupazione quest’anno sarà; all’8,4% (come nel 2010), l’anno prossimo all’8,2%. La debolezza del mercato del lavoro e gli sviluppi della produttività; lasceranno "poco spazio" per ulteriori aumenti salariali a livello di azienda e di settore: di conseguenza dopo essere rimasti costanti nel 2010 i costi unitari del lavoro aumenteranno moderatamente ma ciò "non dovrebbe essere sufficiente per permettere all’Italia di riguadagnare competitività; nei confronti del resto dell’Eurozona".