24/5/2011 00:00:00

La crisi abbatte gli italiani. Donne, giovani e Mezzogiorno arrancano sempre di più; e le famiglie continuano a faticare nel loro ruolo di ammortizzatori sociali, dovendo sostituirsi alle carenze dello Stato sociale. E’ questa la fotografia dell’Italia scattata dal “Rapporto annuale sulla situazione del Paese nel 2010” diffuso dall’Istat. Dal punto di vista economico, l’intensità; della crisi del 2008-2009 e la velocità; della ripresa in corso sono state disomogenee tra le economie europee e, al loro interno, tra i settori produttivi. Tra i grandi paesi dell’unione economica e monetaria dell’Unione europea, l’Italia ha subito la maggior caduta del prodotto insieme alla Germania, mostrando però, al contrario di quest’ultima, un recupero molto modesto. L’Istat rileva anche un dato allarmante sul fronte del rapporto delle donne con il lavoro: nel 2008-2009, infatti, circa 800 mila madri hanno dichiarato che nel corso della loro vita lavorativa sono state licenziate o messe in condizioni di doversi dimettere in occasione o a seguito di una gravidanza. Le tendenze demografiche e i cambiamenti nel rapporto delle donne con il mercato del lavoro sono state alla base di difficoltà; crescenti della rete informale di aiuti: le donne occupate con figli sono infatti sovraccariche per il lavoro di cura all’interno della famiglia e le nonne sono sempre più; schiacciate tra cura dei nipoti, dei genitori anziani non autosufficienti e dei figli adulti. Nonostante tutto, le donne continuano ad essere il pilastro di questa "catena” di aiuti e assistenza svolgendo in un anno 2,1 miliardi di ore di aiuto a componenti di altre famiglie, pari ai due terzi del totale erogato.

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