27/1/2012 00:00:00
Uno studio dell’Istat sull’andamento demografico spiega che la popolazione residente in Italia supera quota 60 milioni, di cui meno di 56 milioni gli italiani (con una perdita netta di 65mila unità rispetto al primo gennaio dell’anno scorso) e 4 milioni i cittadini stranieri, con un aumento di 289mila unità. Nel 2011 la popolazione residente consegue un incremento demografico pari al 3,7 per mille, inferiore rispetto al 4,7 per mille di un anno prima; l’incremento è il risultato della somma del saldo naturale (-0,6 per mille), del saldo migratorio con l’estero (+5,3 per mille) e del saldo migratorio interno e per altri motivi (-1 per mille). In termini assoluti l’incremento è pari a 224mila unità in più, il che determina una popolazione totale di 60 milioni 851mila residenti al primo gennaio 2012.
Sono 556mila i bambini nati nel 2011, seimila in meno rispetto al 2010. Il numero di persone morte nell’anno è pari a 592mila, quattromila unità in più dell’anno precedente. Ne deriva, per il quinto anno consecutivo, una dinamica naturale della popolazione di segno negativo per oltre 36mila unità. Il tasso di natalità scende dal 9,3 per mille nel 2010 al 9,1 per mille nel 2011, mentre il tasso di mortalità rimane stabile al 9,7 per mille. L’82% delle nascite proviene da donne italiane, il restante 18% da donne straniere.
Il numero medio di figli per donna (TFT) è pari – spiega l’Istat – a 1,42. Il saldo migratorio (che tiene contro dei trasferimenti di residenza interni, con l’estero e per altri motivi) è pari a più 261mila unità, per un tasso migratorio pari al 4,3 per mille, in calo rispetto al 2010 (5,2 per mille). Al netto delle componenti relative al saldo migratorio interno e per altri motivi (-1 per mille), il saldo migratorio netto con l’estero – spiega l’analisi dell’Istat – è pari a 323mila nuovi soggetti, corrispondente a un tasso del 5,3 per mille, risultato di 83mila cancellazioni per l’estero e 406mila iscrizioni. I trasferimenti di residenza intercomunali ammontano a 1 milione 350 mila, in lieve calo (-1,5%) rispetto al 2010. Il Mezzogiorno continua a essere interessato da saldi migratori per l’interno negativi, a vantaggio delle regioni del Centro-nord.
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