22/3/2012 00:00:00

Secondo l’Istat a febbraio 2012, rispetto al mese precedente, si rileva un incremento delle esportazioni dello 0,5%, mentre le importazioni registrano una diminuzione (-0,4%). L’aumento congiunturale dell’export è diffuso a tutti i principali raggruppamenti di beni esclusa l’energia, ed è più sostenuto per i beni di consumo durevoli (+6,7%) e non durevoli (+3,6%). Dal lato dell’import la flessione interessa soprattutto i beni strumentali (-10,4%). Nell’ultimo trimestre la crescita congiunturale delle esportazioni (+2,2%) interessa tutti i principali raggruppamenti, in particolare l’energia (+18,1%) e, in misura molto meno intensa, i beni di consumo (+2,0%). Anche l’aumento tendenziale delle esportazioni (+11,8%) coinvolge tutti i principali comparti. L’energia (+22,8%), i prodotti intermedi (+15,7%) e i beni di consumo non durevoli (+14,5%) presentano tassi di crescita superiori alla media. Le importazioni registrano una crescita tendenziale del 4,6% con incrementi particolarmente sostenuti per l’energia (+26,5%). Gli acquisti di prodotti intermedi e di beni strumentali mostrano, invece, una flessione pari, rispettivamente, a -15,4% e -7,5%. A febbraio 2012 il deficit commerciale con i paesi extra Ue è pari a -1.552 milioni di euro, in contrazione rispetto a quello di febbraio 2011 (-2.338 milioni). A fronte di un ampliamento del deficit energetico su base annua da -4,4 a -5,6 miliardi di euro, la riduzione del deficit commerciale complessivo è determinata dalla rilevante espansione dell’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici, che raddoppia, tra febbraio 2011 e lo stesso periodo del 2012, da 2,0 a 4,0 miliardi. I mercati più dinamici all’export sono: Svizzera (+35,7%), Giappone (+22,1%), Stati Uniti (+21,5%), EDA (+17,6%) e ASEAN (+16,5%). Le vendite di beni verso la Cina, invece, sono in flessione (-4,8%).
La crescita delle importazioni risulta ampiamente superiore alla media per i flussi commerciali provenienti da Russia (31,8%), OPEC (+15,9%) e Stati Uniti (+7,2%). In marcata flessione risultano gli acquisti di beni da EDA (-26,7%), Turchia (-22,3%), Giappone (-20,4%), Cina (-11,4%) e ASEAN (-9,9%).

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