28/3/2012 00:00:00
Secondo Mariano Bella, direttore Ufficio Studi Confcommercio, in Europa la pressione fiscale è oggi mediamente inferiore al valore della fine degli anni ’90. In Italia è superiore e si appresta a raggiungere, quest’anno, i massimi di sempre.
La stima di una pressione fiscale apparente (data dal rapporto tra gettito complessivo di carattere tributario e contributivo e prodotto lordo) pari a poco più del 45% del Pil (figura 3) si ottiene attraverso la considerazione della dinamica prevista del Pil e degli effetti sull’indebitamento descritti dalle ultime manovre di finanza pubblica. Sulla base di questa definizione contabile di pressione fiscale, l’Italia è al settimo posto nella graduatoria europea nel 2007 e passa al quinto in quella del 2012, tanto per effetto di un incremento di pressione quanto per il fatto che Danimarca, Svezia, e Belgio riducono la propria pressione.
Inoltre, se si elimina dal Pil la quota di sommerso, la pressione fiscale legale, cioè quella gravante sui contribuenti in regola, raggiunge per l’Italia il 55%, portando il paese al numero uno della classifica europea e quindi mondiale.
Nel 2012 si raggiungono quindi tre record: quello del più rapido incremento della pressione fiscale apparente nella storia repubblicana, quello di raggiungere il massimo storico assoluto in termini di pressione medesima (45,2%) e, infine, quello di raggiungere il massimo mondiale in termini di pressione fiscale legale (cioè effettiva sui contribuenti in regola).
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Rapporto-Integrale – Le prospettive a breve e medio termine.pdf