25/4/2012 00:00:00
Secondo l’Ocse l’Italia è in fondo alla graduatoria dei salari, dietro a Spagna, Irlanda e a tutti i big europei.
In Italia, nel 2011, il salario netto medio di un single senza figli a carico è stato di 25.160 dollari (circa 19.147 euro) inferiore alla media Ocse che è di 27.111 dollari (20.632 euro).
La cifra è inferiore anche a quella della Spagna (27.741 dollari, ossia 21.111 euro), dell’Irlanda (31.810 dollari, pari a 24.208 euro) e di quella degli altri grandi Paesi Ue, come Francia (29.798 dollari, corrispondenti a 22.677 euro), Germania (33.019 dollari, cioè 25.128 euro) e Gran Bretagna (38.952 dollari, pari a 29.643 euro).
Il salario lordo è stato invece di 36.361 dollari, che corrispondono a circa 27.671: un dato lievemente inferiore alla media Ocse che è di 36.396 dollari (27.698 euro).
Mentre gli stipendi sono in calo, in Italia aumenta invece il peso del fisco sui salari, che a loro volta sono inferiori alla media dei Paesi industrializzati. Nel rapporto «Taxing Wages» per il 2011 l’Ocse segnala infatti un incremento al 47,6% nel 2011 (dal 47,2% del 2010) del cuneo fiscale. Si tratta, in particolare, della differenza tra salario netto medio di un lavoratore single e costo del lavoro per effetto di tasse e contributi sociali.
L’aumento, dovuto a una maggiore imposizione sul reddito lo scorso anno, pone l’Italia al sesto posto della poco invidiabile classifica sulla pressione fiscale sul lavoro nell’Ocse, dove la media si posiziona al 35,3% (il nostro Paese è anche al di sopra della media europea, pari al 41,5%).
Rispetto allo scorso anno l’Italia è stata superata dall’Ungheria.
Nel nostro Paese l’onere del fisco per un single senza figli è comunque aumentato – spiega l’Ocse – di 0,7 punti percentuali, rispetto al 2010, quando si attestava al 46,9 per cento. Nella classifica dei Paesi membri dell’organizzazione, aggiornata alla fine dello scorso anno, l’Italia resta dietro a Belgio (55,5%), Germania (49,8%), Ungheria (49,4%), Francia (49,4%) e Austria (48,4 per cento).