2/5/2012 00:00:00

Secondo Unioncamere nel 2012 il Pil calerà dell’1,5% e andranno persi altri 130.000 posti di lavoro. Saranno le regioni del Sud a pagare lo scotto più consistente della crisi segnando un decremento del Pil dell’1,8% con Abruzzo, Molise e Basilicata destinate a registrare una contrazione del 2%. I consumi delle famiglie e la spesa per gli investimenti sono previsti, quest’anno, in ulteriore e sensibile calo (rispettivamente -2,1% e -3,8%) più incisivo nelle aree meridionali. Il difficile contesto economico continuerà a colpire soprattutto le imprese con meno di dieci dipendenti, più fortemente legate ai consumi interni. A fine anno, il saldo si prospetta pari a quasi 62.000 unità in meno per la classe di aziende tra uno e nove dipendenti, dato superiore a -33.000 per le aziende tra i 10 e i 49 dipendenti. Per le imprese con oltre 50 dipendenti il calo occupazionale è previsto di 35.000 addetti. A risentirne di più sarà il settore costruzioni. Fra gennaio e marzo di quest’anno, sono andate perdute 26mila imprese. In pericolo sono tanti piccoli e piccolissimi imprenditori che rischiano di fallire per crediti non riscossi o perché vedono ridursi il credito dalle banche. Ovviamente l’occupazione risentirà di questo contesto, soprattutto quella creata dalle microimprese con meno di 10 addetti. Per questi motivi abbiamo avanzato proposte concrete prive di oneri per le casse statali su cinque temi chiave per lo sviluppo: semplificazione, internazionalizzazione, investimenti, credito e lavoro.

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