8/5/2012 00:00:00

L’indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) segnala a marzo una riduzione dell’1,3% in termini tendenziali ed un aumento dell’1,0% rispetto a febbraio.
Si è registrato, nel mese di aprile, un peggioramento del sentiment delle famiglie e delle imprese a segnalare come la percezione di un’uscita per nulla immediata dalla crisi stia permeando tutto il sistema. Anche a marzo il quadro d’insieme evidenzia un deterioramento della domanda per quasi tutte le macrofunzioni di spesa che compongono l’ICC, con una riduzione particolarmente accentuata per la mobilità (-16,3%). Il dato ha riflesso l’aggravarsi della situazione del mercato delle autovetture ed il permanere di difficoltà nei consumi di carburanti. Per quest’ultimo segmento, la riduzione, seppure di minor rilievo rispetto a quanto registrato a febbraio, conferma come le famiglie di fronte a prezzi in continua ascesa (negli ultimi due anni benzina e gasolio hanno mostrato un incremento prossimo al 40%) abbiano reagito comprimendo la domanda. Continuano a fare eccezione alla generalizzata tendenza alla riduzione, i consumi per i beni e i servizi per le comunicazioni (+11,5%), la cui domanda continua ad essere sostenuta in misura di un certo rilievo dalla componente relativa ai beni per l’ICT domestico.
Anche le spese per i beni e servizi per la cura della persona hanno mostrato, a marzo, una dinamica favorevole (+2,1%), evoluzione imputabile essenzialmente ai prodotti farmaceutici e terapeutici. In ulteriore ridimensionamento sono risultati, a marzo 2012, i consumi di abbigliamento e calzature (-3,6%), quelli per i beni e servizi per la casa (-2,8%) e quelli per l’alimentazione, le bevande ed i tabacchi (-1,7%). I dati destagionalizzati e corretti per i valori erratici mostrano, a marzo, un aumento dell’ICC dell’1,0% (tab. 3). Il dato va letto con estrema cautela in quanto per alcuni segmenti di consumo si è trattato di un parziale recupero rispetto alle consistenti riduzioni registrate a febbraio, che erano state indotte da fattori, come le pessime condizioni atmosferiche. Le tecniche di destagionalizzazione non riescono a cogliere completamente questi fenomeni. In termini di media mobile a tre mesi l’indicatore segnala un’ulteriore flessione dei consumi (fig. 2), scesi a livelli inferiori rispetto al 2009 e tornati sui valori di inizio 2006. Nel mese di marzo il recupero della domanda ha interessato sia i beni (1,1%) che i servizi (1,0%), coinvolgendo quasi tutti i segmenti di consumo. In particolare l’aumento più significativo si è riscontrato nel settore della mobilità (+5,1% rispetto a febbraio), segmento che aveva subito più di altri gli effetti negativi delle avverse condizioni meteorologiche. Fanno eccezione all’andamento generale l’abbigliamento e le calzature (-0,8%) ed i beni e servizi per la casa (-0,5%).

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