26/5/2012 00:00:00

Secondo Unioncamere molte imprese chiudono e ancora meno decidono di aprire. Le imprese italiane nel primo trimestre del 2012 hanno registrato una forte diminuzione nel numero di iscrizione e un aumento nelle cessazioni. Le aziende che sono entrate nel mercato sono state 120.278 ma quelle che sono uscite 146.368.
Rispetto allo stesso periodo del 2011, il numero di nuove imprese è diminuito di 5mila unità mentre le cessazioni sono aumentate di 12 mila. Il saldo finale dunque è di 26.060 imprese in meno, quasi tre volte il -9.638 unità tra gennaio e marzo del 2001. In termini relativi, la riduzione dello stock delle imprese è stata pari al -0,43%, contro il -0,16% dello stesso periodo dello scorso anno.
A fare le spese del cattivo inizio d’anno sono state soprattutto le imprese più piccole, in particolare quelle artigiane: 15.226 in meno rispetto alla fine di dicembre. Ne hanno risentito anche le aziende del Mezzogiorno che sono diminuite di 10.491 unità, lo 0,52%, nei primi tre mesi dell’anno.
Secondo il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, i successi del Made in Italy nel mondo da soli, non bastano a sostenere l’occupazione e a ricostruire il benessere. L’anagrafe delle imprese è uno specchio fedele dell’immagine dell’economia reale che oggi ci viene restituita per quello che è: segnata da profonde difficoltà e da una diffusa incertezza nel futuro.
 

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