12/6/2012 00:00:00
Secondo la Confartigianato tra il 2000 e il 2012 la spesa pubblica italiana è aumentata di 250 miliardi, alla straordinaria velocità di crescita di oltre 2 milioni di euro all’ora. La prima vittima del dissesto finanziario statale sarebbero le imprese, sui cui conti grava una pressione fiscale del 53,7%. Negli ultimi 18 anni il peso delle tasse è cresciuto di oltre 4 punti, passando dal 40,8% del Pil nel 1994 al 45,1% nel 2012. Sul costo del lavoro il fisco pesa per il 47,6%. Le imprese italiane bruciano in burocrazia 23 miliardi l’anno. Ogni azienda spreca 86 giorni l’anno in pratiche amministrative.
Le imprese attendono ancora 100 miliardi dallo Stato e da altre aziende, a causa dei ritardati pagamenti.
Il paese reale, ha sostenuto il presidente della Confartigianato, è fatto di milioni di imprenditori, delle loro famiglie, dei loro dipendenti. In Italia ci sono 4,4 milioni di imprese che danno lavoro a 17 milioni di persone e realizzano un valore aggiunto di 630 miliardi, a loro e a tutti i cittadini vanno date risposte concrete e convincenti. Cominciando dall’esempio da parte di chi ci governa e dei nostri rappresentanti nelle Istituzioni.