12/7/2012 00:00:00
Secondo la BCE le tensioni sul debito e l’alta disoccupazione sono tra i fattori che freneranno la ripresa nell’eurozona. Gli indicatori relativi al secondo trimestre segnalano un nuovo indebolimento dell’espansione economica e una maggiore incertezza. Su un orizzonte temporale più lungo, ci si attende che l’economia dell’area euro registri una graduale ripresa, il cui vigore sarebbe tuttavia smorzato da una serie di fattori. In particolare, – afferma la Banca centrale europea – vi è l’aspettativa che la dinamica di fondo della crescita risenta delle tensioni in alcuni mercati del debito sovrano dell’area e del loro impatto sulle condizioni di credito, nonché del processo di aggiustamento dei bilanci nei settori finanziario e non finanziario e dell’elevata disoccupazione. In generale, invece, la crescita economica nell’eurozona resta debole, in un contesto di maggiore incertezza, che grava sul clima di fiducia. Nell’analisi sull’Italia, la Bce sottolinea da un lato come la riforma delle pensioni diminuirà le pressioni sulla spesa pubblica legate all’invecchiamento della popolazione, al contrario di quanto avverrà, ad esempio, in Germania e Francia. Dall’altro lato, però, esprime la preoccupazione che il settore costruzione possa risentire negativamente dalla reintroduzione dell’Imu sulla prima casa e dal graduale rientro delle misure fiscali a favore degli investimenti in immobili residenziali. La Banca centrale chiede più flessibilità e moderazione salariale, ritenendo che possano favorire l’occupazione. In vari paesi – si legge nel bollettino della BCE – la correzione al ribasso dei salari è stata modesta, e ciò malgrado l’aumento della disoccupazione, a indicazione della necessità di ulteriori riforme che favoriscano la flessibilità dei salari.