19/7/2012 00:00:00

Secondo i dati Cribis D&B, società specializzata nella business information, nel quarto trimestre 2011 le procedure fallimentare sono state 3.313, in crescita rispetto ai primi tre trimestri dell’anno, quando i casi rilevati erano stati rispettivamente 2.908 a fine marzo, 3.301 a giugno e 2.185 a settembre.
Anche i dati forniti da Cerved Group sono in linea: stimano oltre 12mila casi di default, il massimo registrato in un singolo anno rispetto alla riforma della disciplina fallimentare del 2006. Le imprese più colpite sono state le Pmi con un attivo compreso tra i due e i 50 milioni di euro. Tra il 2009 e il 2011 sono state aperte 33mila procedure fallimentari da parte di altrettante imprese, con 300mila addetti. Per lo più aziende già in difficoltà prima della recessione. Ora bisogna intervenire sul fronte della liquidità: il rischio che gli effetti negativi si ripercuotano anche sulle aziende sane, ma prive di risorse finanziarie, diventa molto concreto.
La maggior parte dei fallimenti ha coinvolto, secondo Cribis D&B, la Lombardia, regione simbolo delle imprese industriali e dei servizi: da gennaio a dicembre 2011 sono state 2.613 le procedure concorsuali, di gran lunga la più interessata dal fenomeno con un peso superiore al 22% rispetto al totale. Seguono, con meno della metà di casi, Lazio e Veneto, rispettivamente con 1.215 e 1.122 casi. Più distanti Campania, 1.008, Emilia Romagna, 899, Toscana 857, Piemonte 843 e Sicilia, 601.
I settori maggiormente in difficoltà sono quelli più bersagliati dalla congiuntura: in primis, l’edilizia e il commercio. In dettaglio, costruzione di edifici (1.378 fallimenti), commercio all’ingrosso di beni durevoli (917), installatori (916), servizi commerciali (702), commercio all’ingrosso di beni non durevoli (650). In frenata invece le domande per accedere al concordato preventivo: secondo Cerved Group, nel 2011 il numero delle domande è calato del 6% a 965 casi, ma di un valore ancora del 70% superiore rispetto a quello osservato nel 2008. Si allenta anche la morsa sul manifatturiero per il secondo anno consecutivo: scende il numero di concordati del -17,2%.
 

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