13/9/2012 00:00:00

Secondo il Centro Studi di Confindustria il Paese si trova in una recessione profonda con un’incertezza elevata per il futuro. I consumi nel 2012 registreranno la flessione più grave del dopoguerra (-3,6%) e nel 2013 torneranno sui livelli del 1997. Per quanto riguarda il Pil si prevede una contrazione del 2,4% per quest’anno e dello 0,6% per il prossimo.
A partire da primavera si avranno moderati incrementi di attività (0,2% medio trimestre). Alla fine dell’anno venturo si registrerà una variazione tendenziale di +0,5%, ma i valori saranno ancora più bassi del 7,3% rispetto a quelli pre crisi. Lo scenario tratteggiato dal centro studi è quello più ottimistico, perché assume che le misure europee diventino rapidamente efficaci, ma si sottolinea nel rapporto, a primavera ci saranno le elezioni politiche e non è chiaro al momento con quali norme si andrà al voto e se queste garantiranno il formarsi in tempi rapidi di una maggioranza stabile e riformista. Nel complesso, quindi, i rischi restano tutti sbilanciati al ribasso e pongono un punto interrogativo sulla tempistica e sull’entità della ripresa durante il 2013. Il calo di attività nel prossimo anno, si legge negli scenari economici, è attutito dalla cancellazione dell’aumento dell’iva, che se fosse definitivamente confermata, comporterebbe un maggior livello del Pil pari allo 0,2%, la domanda interna calerà dello 0,7% nel 2013 a fronte di una flessione del 4,8 nel 2012. I consumi delle famiglie registrano una violenta contrazione, pari a -3,2%, che nel dopoguerra – rileva il Csc – trova riscontro solo nella flessione del 1993, -3%, e che in termini pro capite, -3,6%, non ha eguali. La diminuzione dei consumi proseguirà l’anno prossimo attestandosi a -1%.
Il rallentamento globale, rileva il Csc, si è accentuato nei mesi estivi e si è aggiunto ai fattori da cui è originata la nuova fase di marcato arretramento: risanamento dei conti pubblici, credito molto più razionato e costoso, crisi del settore immobiliare, aumento dell’incertezza e alta presidente disoccupazione.
Per Confindustria l’incertezza rimane elevata sia per quanto riguarda l’evoluzione globale sia per i tempi di concretizzazione e piena efficacia dello scudo anti spread della Bce

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