19/9/2012 00:00:00
Secondo il presidente di Confcommercio, Sangalli, siamo di fronte a una recessione gravissima e lunga che colpisce duramente l’economia dei servizi, in particolare il commercio. Il dato sui consumi conferma che nel 2011 il saldo negativo è di 34 mila imprese e nei primi sei mesi di quest’anno hanno chiuso 64 mila esercizi commerciali. Il problema reale del Paese è la debolezza strutturale della domanda interna, che per investimenti e consumi vale l’80% del Pil. Tra l’altro i consumi delle famiglie si rivolgono per l’80% alla produzione nazionale. Il vero problema per Sangalli sono le “cosiddette” spese incomprimibili, come luce, acqua, gas, carburante e assicurazioni, che negli ultimi 20 anni sono passate dal 33 al 40% in termini di incidenza sui consumi. Sono spese obbligatorie su cui il fisco usa una mano pesante. Tra il 2010 e il 2012 il prezzo del carburante è aumentato del 56% per i prelievi fiscali. Risorse sottratte ad altri consumi liberi. Da qui l’urgenza di ridurlo e la necessità di archiviare l’aumento dell’Iva recuperando, attraverso l’avanzamento di una spending review senza timidezze, risorse per 6,5 miliardi di euro. Il presidente di Confcommercio è scettico sulla possibilità di ripresa nel 2013. L’aumento della disoccupazione, le chiusure degli esercizi commerciali, i consumi di quest’anno che in termine pro capite avranno una diminuzione del 3%, spingono allo scetticismo.