4/10/2012 00:00:00
Secondo il rapporto annuale dell’Ocse la rete traina l’economia e fa crescere il numero degli occupati. In Italia il “fattore Internet” potrebbe rappresentare il 4% del Pil nel 2015: 59 miliardi di euro. L’analisi dell’Ocse evidenzia che negli Stati Uniti le prime 250 aziende del settore Ict (Information and communication tecnology), classificate per ricavi, hanno registrato un incremento nel numero degli occupati del 4% nel 2010 e del 6% nel 2011, trainati dal raddoppio di Amazon.com e Google. Numeri che rendono il settore americano il più importante per numero di occupati all’interno dell’area Ocse con una quota del 30%, seguito dal Giappone (16%) e dalla Germania (9%). Fra i dati pubblicati nel rapporto emerge che il 13% del valore generato dalle aziende potrebbe essere attribuito al web e che il settore ha assorbito il 50% di tutte le operazioni di venture capital nel 2011. Dietro la forte espansione della Internet economy c’è la spinta del divisione “mobile” e la diffusione delle connessioni senza fili. A dicembre 2011, nei paesi Ocse, erano attive 667 milioni di connessioni wireless contro i 315 milioni di reti fisse. La velocità fornita agli utenti è cresciuta di circa il 30% nel periodo 2008-2011, con un calo delle tariffe fra il 3 e il 4%. La forza del settore, secondo l’Ocse, sta nel ruolo giocato dall’Ict nel rendere sempre più efficiente il business delle imprese. Le aziende guardano sempre di più alla tecnologia per ridurre i costi, generando una domanda sempre crescente per i servizi e i prodotti tecnologici. A questo si aggiunge la performance costante delle telecomunicazioni che sembrano non risentire della crisi perché, spiega l’Ocse, i consumatori le ritengono essenziale con una spesa su scala mondiale di 4.406 miliardi di dollari nel 2012.