9/11/2012 00:00:00
Secondo il Centro Studi Confindustria l’attività industriale è stimata diminuire dello 0,6% in ottobre, dopo il calo di settembre (-1,0%) che ha corretto il rimbalzo anomalo di agosto (+1,7%). L’incremento del 3° trimestre (+0,2% sul 2°) è il primo da un anno. Il 4° parte con un’eredità negativa (-0,7%). Le prospettive sono sfavorevoli. Gli ordini del PMI manifatturiero sono saliti in settembre a 43,0 (da 41,5), ma segnalano diminuzione da 16 mesi; quelli nei servizi sono a 42,1 (da 44,2), in area di calo da maggio 2011. L’economia globale rimane debole. Patisce l’incertezza politica, anzitutto europea, nella gestione della crisi, in cui ora si sommano gli aggiustamenti dei bilanci privati e quelli dei conti pubblici, che comprimono disponibilità di credito e domanda di famiglie e imprese. La principale fonte di instabilità rimane l’Eurozona, dove gli indicatori qualitativi mostrano un peggioramento della recessione nel trimestre in corso; i passi avanti istituzionali compiuti hanno nettamente ridotto il rischio di dissolvimento della moneta unica, ma non bastano a rompere il circolo vizioso recessione-restrizione di bilancio-banche selettive, benché nel 2013 l’impatto delle manovre sarà un pò meno duro; perciò un buon pezzo di quel rischio rimane negli spread e nei livelli dei tassi pagati da alcuni paesi e ne acuisce le difficoltà. Un’altra causa di indecisione è costituita dall’esito delle presidenziali USA, per le ricadute che avrà sulle scelte di bilancio pubblico e, più in là, della FED; però, il solido recupero del settore residenziale crea una rete di sicurezza. Nelle economie emergenti la frenata si è esaurita e lascerà il posto, specie in Cina, a una fase di rilancio. La stagnazione, tendente alla flessione, del commercio mondiale sintetizza il contesto esterno sfavorevole. In Italia le statistiche in agosto hanno sorpreso all’insù, ma il clima di fiducia rimane ai minimi e il “meno peggio” estivo può tradursi in una flessione più marcata in autunno, complice il deterioramento nel resto della UE. Tuttavia, la caduta della domanda interna è stata così violenta da creare spazi per un rimbalzo e l’indice anticipatore OCSE predice la graduale attenuazione della riduzione del PIL nei prossimi trimestri.
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