26/11/2012 00:00:00

Secondo l’indagine condotta da Format Research hanno aiutato il settore all’estero gli accordi con gli operatori locali e l’avvio di filiali, i ricavi sono aumentati per il 6,5% di 400 intervistati, invariati per il 44,5%, giù gli altri. Il mercato dell’ospitalità professionale tiene, grazie soprattutto al contributo che arriva dall’export. Merito della vitalità degli operatori del settore, che non rinunciano a investire nonostante la congiuntura interna negativa, evidentemente nella consapevolezza che si tratta di una strada obbligata per non finire ai margini di un mercato che si muove ormai sullo scacchiere internazionale. Il settore “Macchine e forni per pane, biscotti, pasticceria e pizza” ha chiuso il consuntivo 2011 con una produzione in crescita del 4%, un dato tutto sommato soddisfacente. A giocare un ruolo rilevante sono in particolare le esportazioni (che costituiscono più della metà del mercato), in crescita del 4,4% e rivolte principalmente verso Unione Europea (37%), Asia (16%) e America Latina (13%). Segno che gli operatori italiani del settore sono stati in grado di ripensare la propria offerta in modo da intercettare la domanda di consumo proveniente dai paesi esteri, in particolare da quelli a maggior tasso di crescita, in alcuni casi stringendo accordi con gli operatori locali e inaugurando filiali sul territorio per avvicinarsi ai consumatori. Risultato non scontato se si tiene in considerazione che molte aziende del comparto sono di piccole o piccolissime dimensioni, e fino a qualche lustro fa non si erano mai affacciate al di là delle Alpi. La domanda è arrivata in prevalenza da Francia, Germania, Russia, Spagna e Stati Uniti, mentre tra i mercati emergenti spiccano le performance di Brasile (sesto mercato, +191% nel 2011 sul 2010), Nigeria (+266%), Ucraina (+133%) e Turchia (+100%). Un trend positivo che dovrebbe trovare parziale conferma nell’anno in corso. Sul fronte degli investimenti è invece previsto un incremento del 3,1% nel corso dell’anno, mentre i livelli occupazionali, rimasti stabili nel 2011, non dovrebbero subire variazioni nel corso dell’anno. Entrambi i dati indicano la volontà degli operatori di fronteggiare la crisi congiunturale interna senza abbassare la guardia sul fronte dell’innovazione e delle professionalità per evitare di farsi trovare impreparati nel momento in cui arriverà la ripresa. Un trend che trova conferma anche nel settore delle “Macchine e impianti per pasti ed estrusi alimentari” che ha chiuso il consuntivo 2011 con una produzione in crescita del
10,3% rispetto all’anno precedente. Anche in questo caso significativo è stato il ruolo svolto dall’export (+17,9%). I primi cinque mercati sono Stati Uniti (in salita del 108%), Iran (+35%), Cile (+1.382%), Algeria (+140%) e Francia (+60%), risultati sui quali hanno influito in parte i differenti ritmi di crescita a livello mondiale e per il resto l’andamento dei cambi con l’euro. In questo caso le previsioni per il 2012 non sono positive, con la crisi che torna a farsi sentire: per la produzione è infatti previsto un calo del 7%, con attese negative anche sul fronte delle esportazioni (—6,1%) e dell’occupazione (—1,3%). L’unica nota positiva è costituita dagli investimenti, che risultano aumentati nel 2011 (+10,4%) e che si prevede resteranno sugli stessi livelli quest’anno. Una prospettiva che inevitabilmente dovrà essere aggiornata alla luce dell’ultimo scorcio di anno, sospeso tra un generale abbassamento dello spread che favorisce un timido ritorno ai finanziamenti e i timori che la recessione si prolunghi al di là delle previsioni ufficiali. In definitiva, il clima che si respira sul mercato è di una generale tendenza a mantenere le posizioni in attesa che passi la bufera. Ma con la consapevolezza che il ritorno ai valori pre-crisi non avverrà a breve, e potrebbe passare per un rimescolamento delle carte, con poche aziende vincenti che tenderanno ad acquisire i concorrenti in difficoltà. La divaricazione in corso nel mercato trova conferma in un’indagine condotta a giugno da Format Research per Assipan (Associazione italiana panificatori e affini) su un campione di 400 aziende attive nel settore: mentre il 47,4% degli intervistati ha dichiarato un calo nei ricavi, per il 44,5% sono invece rimasti invariati e per il 6,5% sono
cresciuti. Attualmente sono oltre 43mila le imprese del comparto, in cui la parte del leone è rappresentata dalla produzione di prodotti di panetteria con 24.528 unità. Seguono le pasticceria (produzione e vendita) con 11.792 unità e, infine, il commercio al dettaglio di pane con 6.737 unità. Gli addetti impiegati nel comparto sono più di 100 mila, dei quali 42.475 lavorano nella pasticceria e 15.645 nel commercio al dettaglio di pane. Nonostante i fattori che incidono negativamente sulla competitività delle aziende (tra cui la congiuntura sfavorevole, la pressione fiscale, i costi energetici, il carico burocratico e la difficoltà di accesso al credito) il 62,9% degli operatori del settore ritiene che il proprio livello di competitività nei confronti della concorrenza sia buono, il 34,3% lo considera sufficiente, mentre solo il 2,9% crede che non sia buono. Inoltre, il 21,1% delle imprese intervistate ha effettuato investimenti nel primo semestre del 2012, realizzandoli prevalentemente in autofinanziamento (39,3%), di cui oltre la metà (51,3%) ha riguardato i macchinari. A permettere agli operatori di resistere alla crisi sono state soprattutto le innovazioni introdotte nei modelli di business in risposta a un cambiamento nel comportamento di consumo dei clienti che hanno ridotto la quantità e le tipologie di prodotti acquistate, mostrando però maggior attenzione al rapporto qualità-prezzo. Un cambiamento che le imprese ritengono utile affrontare tramite la somministrazione self-service (attualmente praticata dal 38,8% degli esercizi) e attraverso una maggior valorizzazione dei prodotti tipici e locali (68,5%). Attualmente sono oltre 43mila le imprese del comparto. Gli addetti più di 100 mila, dei quali 42.475 lavorano nella pasticceria e 15.645 nel commercio al dettaglio di pane.
 

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