9/1/2013 00:00:00
Il presidente della Bce Mario Draghi prevede un’economia in ripresa a fine 2013. Le sue parole non bastano a dare ali alle borse, ma raffreddano lo spread, che già dopo il successo dell’asta dei Bot ha visto i tassi scendere ai minimi da gennaio 2010. Il differenziale tra Btp e Bund decennali è sceso prima sotto la soglia dei 270 punti e poi di altri dieci punti sotto quota 260, a 258. Il rendimento è al 4,12%. Il differenziale calcolato sui Bonos spagnoli è a 337 punti per un tasso del 4,92%. Il ministero dell’Economia ha collocato 8,5 miliardi di euro di Bot annuali a un tasso dello 0,864% in calo rispetto all’1,456% della precedente asta. La domanda è stata quasi 1,8 volte l’offerta. Anche la Spagna ha venduto in asta 5,8 miliardi di bond, ben al di sopra del target tra 4 e 5 miliardi di euro, a tassi in ribasso. Piazzati 3,9 miliardi di nuovi bond con scadenza marzo 2015 al 2,476%. La domanda è stata 2,6 volte l’offerta. Collocati 470 milioni di euro con scadenza2026 al 5,555%, contro il 6,191% della precedente asta e 1,950 miliardi di bond con scadenza 2018 al 3,988% contro il 4,680% della precedente asta. Il rendimento dei bonos spagnoli è sceso sotto il 5%. I mercati azionari, dopo la decisione della Bce di lasciare i tassi invariati allo 0,75%, hanno chiuso misti. In rialzo Milano e Madrid grazie ai bancari, che risentono del buon esito delle aste di titoli di Stato odierne. Maglia rosa a Piazza Affari, con l’Ftse Mib che guadagna lo 0,72% a 17.451 punti, mentre l’Ibex segna +0,15% a 8.618,9 punti. L’Ftse 100 di Londra cresce dello 0,05% a 6.101,51 punti, il Dax di Francoforte perde lo 0,16% a 7.708,47 punti, il Cac 40 di Parigi cede lo 0,39% a 3.703,12 punti. Il presidente dell’Eurotower ha spiegato che l’economia dell’Eurozona resterà debole anche durante il 2013 a causa del persistere dell’incertezza e degli effetti degli aggiustamenti di bilancio. È comunque attesa una graduale ripresa dell’anno come emerge dal lieve miglioramento di alcuni indicatori. Draghi ha anche esortato i governi dell’Eurozona a ridurre gli squilibri strutturali e, contemporaneamente, completare la ristrutturazione del sistema finanziario. Intanto il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, ha lanciato l’allarme lavoro davanti al Parlamento europeo: la disoccupazione “superiore all’11% nell’Eurozona” è “un problema drammatico” che è stato “sottovalutato”. Juncker è tornato quindi a rilanciare, citando Karl Marx, la proposta di un “salario minimo in tutti i paesi dell’Euro, altrimenti si rischia di perdere la credibilità e il sostegno dei lavoratori”.