31/1/2013 00:00:00
La Fondazione Rete Imprese Italia ha presentato a Roma una ricerca dal titolo “Impresa diffusa e mutamento del conflitto sociale”. Dallo studio emerge che il perdurare della crisi economica e le incertezze sulla ripresa, insieme alla progressiva diminuzione della concertazione fra le parti sociali e i soggetti di governo, stanno esasperando i piccoli e piccolissimi imprenditori, che contrariamente al passato cominciano a reagire con atteggiamenti di tipo tendenzialmente conflittuale. Gli imprenditori, in particolare, sono schiacciati fra due dinamiche entrambe negative: da un lato il perdurare della crisi economica e il peso crescente della tassazione; dall’altro, la minore rilevanza che riveste nella cultura collettiva la fatica personale nel fare impresa e il venir meno delle condizioni minime necessarie per continuare l’iniziativa imprenditoriale (l’accesso al credito, la semplificazione della burocrazia, la maggiore legalità, tanto per fare qualche esempio). Detto che la principale preoccupazione è che il sistema produttivo e politico non riesca a cambiare, gli imprenditori ritengono che i principali problemi del Paese risiedono non solo in primo luogo nella crisi economica (60%), ma anche nella instabilità politica (45,0%), nella corruzione (43,2%) e nella criminalità (25,5%). Tuttavia, dimostrano capacità di compattamento per l’autodifesa dell’ambiente produttivo e un coinvolgimento maggiore della media dei cittadini italiani nella vita politica ( il 27,1% degli imprenditori ascolta dibattiti politici, il 7,2% va ai comizi, il 6,3% a riunioni di partito e il 4,8% sfila nei cortei).
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Ricerca -Impresa diffusa e mutamento del conflitto sociale.pdf