6/2/2013 00:00:00
Il presidente della Corte dei conti, Luigi Giampaolino, all’inaugurazione dell’anno giudiziario, sottolinea la necessità di ridurre la pressione e di una più equa distribuzione del carico fiscale. In Italia – dice Giampaolino – la corruzione ha assunto una natura sistemica che oltre al prestigio, all’imparzialità e al buon andamento della pubblica amministrazione pregiudica l’economia della nazione. Al nuovo Parlamento e al nuovo governo – ha detto il presidente della Corte dei conti – spetta il compito di esplorare le azioni in grado di generare una più equilibrata composizione di entrate e spese. E’ necessario restare sul sentiero di risanamento che conduce al pareggio di bilancio. L’azione di riequilibrio dei conti pubblici costituisce non solo una precondizione per riprendere il cammino della crescita, ma è essa stessa un fattore di crescita. La Corte dei conti segnala il pericolo di un “avvitamento” dell’economia legato alle manovre correttive (più per la composizione che per le dimensioni) e sottolinea la necessità di puntare sui fattori in grado di favorire la crescita. L’asimmetria temporale tra gli effetti restrittivi delle ripetute manovre di riduzione del disavanzo e l’impatto positivo sulla crescita degli interventi di sostegno all’economia e delle riforme genera un equilibrio fragile e una rincorsa incompiuta degli obiettivi di finanza pubblica. Secondo il procuratore generale della Corte dei conti, Salvatore Nottola, sono 5.000 gli organismi costituiti e partecipati dagli enti locali e il loro indebitamento è valutato in oltre 34 miliardi di euro. La gestione degli enti partecipati spesso sfugge al controllo dell’ente, e comunque sullo stesso gravano le conseguenze dannose di una gestione disavveduta o di comportamenti illeciti, a volte anche delittuosi. Per Nottola la corruzione si annida frequentemente nelle società miste pubblico-privato che gestiscono i servizi pubblici. Frodi su fondi Ue, in Italia un miliardo di euro in 10 anni. Le frodi legate alla illecita utilizzazione di fondi comunitari – dice Nottola – hanno determinato in Italia, malgrado l’impegno dei nuclei speciali della Guardia di finanza, la sottrazione al bilancio dell’Unione europea, negli ultimi 10 anni, di oltre 1 miliardo di euro.