11/2/2013 00:00:00
Secondo l’indagine condotta da Federimmobiliare presso gli operatori del settore, il mercato si manterrà difficile almeno per gran parte del 2013 per poi iniziare ad evolvere positivamente nell’ultima parte dell’anno e soprattutto nel 2014, sostenuto anche da una domanda abitativa che si evidenzia ancora elevata.
Secondo le elaborazioni di Federimmobiliare, il fatturato del mercato immobiliare ha subito un calo del 27,2%, bruciando quasi 33 miliardi di euro. L’aspettativa di una ripresa – comunica sempre Federimmobiliare – pur se su diverse basi che in passato, si fonda soprattutto sui segnali macroeconomici positivi che provengono dall’estero, in particolare dagli Usa, dove al migliorato andamento dell’economia si accompagna anche quello del mercato immobiliare che sembra aver imboccato decisamente la via della ripresa. L’entità che tale ripresa potrà effettivamente avere in Italia – conclude la federazione della filiera immobiliare – dipenderà però non solo dall’evoluzione macro e microeconomica a livello globale, ma anche dalle politiche che saranno adottate con riferimento al mercato domestico. Ed è qui che serve appunto una politica di interventi ed incentivi variamente declinata. Federimmobiliare cita il tema delle gestioni, valorizzazioni e privatizzazioni dei patrimoni immobiliari pubblici, annunciate ma mai entrate nel vivo. Fra gli operatori è diffusa la valutazione che esse si sono sin qui scontrate con procedure estremamente complesse, con volontà politiche quanto meno tentennanti e con la mancata consultazione preventiva degli operatori immobiliari, così come avviene nelle migliori pratiche internazionali. Altro tema è quello di una rivisitazione dell’imposizione fiscale immobiliare, sulla quale «occorrerebbe aprire un dibattito anche “tecnico”, visto che il presupposto su cui essa è stata recentemente aumentata, ovvero che in Italia fosse più bassa che negli altri Paesi, è fortemente opinabile, poiché, secondo i dati ufficiali Ocse, ad esempio, per livello della fiscalità immobiliare l’Italia si colloca al di sopra della media.