15/2/2013 00:00:00

Dal Bollettino di Bankitalia sulla finanza pubblica risulta che nel 2012 le entrate tributarie si sono attestate a quota 409,730 miliardi di euro, l’1,7% in più rispetto al 2011, quando erano ammontate a 402,784 miliardi. Nel solo mese di dicembre le entrate tributarie si sono attestate a 68,985 miliardi, in calo del 4,44% rispetto ai 72,192 miliardi registrati nello stesso mese del 2011.
A dicembre il debito delle amministrazioni pubbliche è tornato invece sotto la soglia dei 2mila miliardi, attestandosi a 1.988,363 miliardi. A dicembre è calato dell’1,6% rispetto al mese precedente, cioè è stato limato di 32,459 miliardi, rispetto al record storico di 2.020,822 miliardi toccato a novembre. Nel conteggio annuale, il debito pubblico italiano, da dicembre 2011 a dicembre 2012, è cresciuto di 81,517 miliardi. L’incremento – spiega Bankitalia – riflette per oltre un terzo il sostegno finanziario ai Paesi dell’area dell’euro, pari a 29,5 miliardi.
Nel complesso del triennio 2010-12 il sostegno finanziario ai Paesi dell’area dell’euro è stato pari a 42,7 miliardi: sono stati concessi prestiti bilaterali alla Grecia per 10 miliardi nell’ambito del primo programma di aiuti; il contributo al capitale dello European Stability Mechanism (Esm) è stato pari a 5,7 miliardi; la quota di pertinenza dell’Italia degli aiuti erogati dallo European Financial Stability Facility (Efsf) è stata pari a 26,9 miliardi. Di questi ultimi, 20,8 miliardi sono stati concessi alla Grecia nell’ambito del secondo programma, 3,7 al Portogallo e 2,4 all’Irlanda.Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle amministrazioni centrali è cresciuto di 83,9 miliardi, a 1.873,1; Il debito delle amministrazioni locali è diminuito di 2,4 miliardi, a 115,1; il debito degli enti di previdenza è rimasto sostanzialmente invariato.
Nel 2012 il fabbisogno complessivo delle amministrazioni pubbliche è stato pari a 66 miliardi. Nel 2011 era risultato pari a 63,1 miliardi (4% per cento del pil). Al netto del sostegno finanziario ai Paesi dell’area dell’euro e delle dismissioni mobiliari, il fabbisogno è sceso (a 44,3 miliardi nel 2012, da 55,5 nel 2011).
 

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