20/2/2013 00:00:00

L’Associazione delle banche italiane rivede al ribasso le stime sulla crescita del Pil. Sono sempre più in flessione i prestiti a famiglie e imprese: la variazione annua degli impieghi è stata negativa del 3,26% a gennaio, contro il -2,5% di fine 2012. Nel rapporto mensile dell’Abi si dice che l’andamento è in linea con l’evoluzione delle principali grandezze macroeconomiche (Pil e investimenti).
Ed è anche nuovo record per le sofferenze delle banche italiane. La rischiosità dei prestiti, a seguito della crisi in atto, è ancora in crescita: le sofferenze nette, si legge nel Bollettino mensile dell’Abi, hanno toccato a fine 2012 quota 64,3 mld, le lorde 125 mld. In lieve aumento è il rapporto sofferenze nette su impieghi totali, pari a 3,3% a fine 2012 (3,2% a novembre 2012; 2,7% a fine 2011). Quanto al 2013, dato che i tempi della recessione si stanno allungando, è possibile che le sofferenze aumentino ancora. Ma a incidere sarà soprattutto l’andamento del PIL: dipenderà dal risultato nel primo trimestre dell’anno. E’ comunque un gennaio gelido per i prestiti delle banche italiane a famiglie e imprese. Il mese scorso, secondo le prime stime dell’Abi, c’è stata una caduta del 3,26% su base annua degli impieghi. Il rapporto dell’Abi evidenzia, inoltre, come il totale dei prestiti all’economia dati dalle banche italiane a gennaio sia pari a oltre 1.919 miliardi e sia nettamente superiore all’ammontare complessivo della raccolta pari a 1.752,8 miliardi. Quest’ultima è tornata a crescere del 2,54% a gennaio (+1,6% a dicembre) trainata dalla progressione dei depositi (+6,76% a gennaio da +6,2% a dicembre). Il balzo dei depositi che si registra da novembre viene spiegato dall’ Abi con il clima di incertezza che spinge i risparmiatori a preferire la liquidità.
Dal documento emerge poi la stima di una risalita dei tassi sui nuovi prestiti alle imprese a gennaio (3,71% dal 3,5%) e alle famiglie sui nuovi mutui casa (3,75% dal 3,7%). Il differenziale tra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta, tuttavia, secondo l’Abi, resta a livelli vicini al minimo storico (1,71 punti base). Secondo il rapporto dell’associazione le sofferenze nette hanno toccato a fine 2012 quota 64,3 miliardi, le lorde 125 miliardi. In lieve aumento è il rapporto sofferenze nette su impieghi totali, pari a 3,3% a fine 2012 (3,2% a novembre 2012; 2,7% a fine 2011).
 

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