19/4/2013 00:00:00
Secondo l’Outlook Italia 2013 di Censis-Confcommercio sul clima di fiducia di famiglie e imprese più di undici milioni di famiglie pensano di non poter mantenere l’attuale tenore di vita e nove su dieci sono molto preoccupate per il futuro. La preoccupazione per il lavoro deprime i consumi. Il 53,7% inoltre, ha problemi a far fronte a una spesa improvvisa e l’87% è molto preoccupato per il futuro. Quanto ai consumi sono ritornati ai livelli di metà anni ’90. Negli ultimi mesi il 23% delle famiglie ha avuto problemi con il mondo del lavoro, fatto che non può che influenzare poi il reddito e quindi la fiducia delle famiglie stesse. Quanto alle imprese, la loro fiducia resta complessivamente bassa, ma “mentre quella della manifattura – ha ricordato Bella – oggi è comunque superiore ai livelli peggiori fatti segnare all”inizio del 2009, quella dei servizi e del commercio è al minimo di sempre per effetto della situazione disastrosa della domanda interna”. In più le imprese devono subire quella che il direttore dell’Ufficio Studi di Confcommercio ha definito “la condizione peggiore della storia economica italiana in termini di finanziamento”: nel primo trimestre 2013 solo l’11,5% delle imprese ha chiesto un prestito e appena il 29,6% lo ha ottenuto. La percentuale di imprese finanziate è quindi in totale del 3,4%. Tuttavia, il quadro complessivo, secondo il direttore dell’Ufficio Studi di Confcommercio, “è di sfiducia, non di depressione. La propensione al consumo nel 2012 è cresciuta, anche se non potrà andare avanti così e nel futuro diminuirà gradatamente, ma se subentrerà la depressione, prepariamoci a una crisi ben peggiore dell’attuale”. Il direttore del Censis, Giuseppe Roma, ha indicato come fenomeno specchio della crisi la diminuzione della capacità di risparmio delle famiglie: solo il 12% riesce a mettere qualcosa da parte contro il 17% costretto ad erodere i propri risparmi e il 71% che ce la fa ad “andare in pari”. Per tirare avanti il 43,6% delle famiglie usa i risparmi accumulati in passato, ma soprattutto si posticipano i pagamenti (la relativa percentuale è passata dal 13 al 32%). Si chiede poi un prestito in banca (il 6,4%) o ad amici (il 26,5%). E’ quello che Roma ha definito “modello delle 3 R: Risparmio, Rinuncio, Rinvio”. Secondo il direttore del Censis, il vero crollo dei consumi c’è stato nel 2012 e oggi viviamo la crisi più lunga della storia italiana che ha fatto bruciare 114 miliardi di Pil.
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Le chart di Mariano Bella (direttore Ufficio Studi Confcommercio)