23/4/2013 00:00:00
Cresce l’export alimentare nel primo bimestre 2013, grazie anche al lavoro che Federalimentare e Fiere di Parma svolgono assieme da 28 anni. In particolare, secondo Federalimentare, il 2012 segna la ripresa del mercato USA e l’affermazione di nuovi sbocchi extracomunitari, come Paesi Arabi e Estremo Oriente, dove il export italiano ha toccato punte del +42%.
La crisi del mercato interno e la necessità di penetrare i mercati esteri fanno delle fiere consolidate ed affermate come Cibus uno strumento fondamentale per la promozione dei prodotti alimentari italiani, in particolare per le PMI. “Ormai un prodotto alimentare su cinque finisce sui mercati esteri – ha dichiarato Filippo Ferrua Magliani, Presidente di Federalimentare. Una fetta di valore che, l’anno scorso, ha sfiorato i 25 miliardi di Euro e prova che, complice la recessione dei consumi interni, l’export rappresenta una delle più importanti valvole di sfogo e di redditività per il settore alimentare. E al +7% del 2012 fa seguito il +12% dei primi due mesi del 2013.” Per assicurare al settore spazi significativi di espansione in questo nuovo scenario, è fondamentale il sostegno promozionale del sistema fieristico. Sulla forza organizzativa di Federalimentare, Daniele Rossi, Direttore Generale di Federalimentare ha precisato: “Associamo 6250 aziende alimentari e 19 associazioni di categoria che rappresentano l’Industria Alimentare del Paese, secondo settore subito dopo il meccanico, con 130 miliardi di Euro di fatturato, 25 miliardi di euro di export e ben 405.000 addetti. Il perdurare della crisi interna impone alle fiere italiane di usare conoscenza e reputazione in chiave export per ottimizzare le risorse, calanti, dei loro espositori; infatti in un contesto fortemente competitivo chi non sviluppa alleanze e insiste su nuovi e costosi progetti in mercati lontani rischia di appesantire i suoi bilanci e ritardare una virtuosa internazionalizzazione delle imprese italiane, nelle Fiere già consolidate”.