23/4/2013 00:00:00

Secondo l’Istat le famiglie, seppure in presenza di un indice di fiducia che ad aprile sale leggermente, restano pesantemente danneggiate dalla crisi.
Il 70% delle famiglie taglia le spese anche su generi essenziali come cibo e sanità, mentre cresce la necessità di risparmio negli acquisti quotidiani. Il 62,3% delle famiglie, spiega il presidente dell’Istat Enrico Giovannini, ha fatto acquisti nei «luoghi di distribuzione a prezzi più contenuti e riducendo la quantità e o la qualità dei prodotti», con un aumento del 9% rispetto all’anno precedente. Tra 2007 e il 2011, inoltre, la quota di famiglie che acquista presso hard discount è quasi raddoppiata, superando il 21%, mentre tra le spese non alimentari sono diminuite quelle dirette verso i beni durevoli e sono state quasi eliminate le spese per visite mediche, analisi cliniche ed esami radiologici.
Aumenta la componente riferita al quadro economico (il relativo indice passa da 69,2 a 73,5), mentre diminuisce quella relativa al clima personale (da 91,4 a 90,5). Gli indicatori del clima futuro e corrente sono entrambi in aumento (rispettivamente da 80,3 a 80,8 e da 89,2 a 90,1). I giudizi e le attese sulla situazione economica del paese migliorano: i rispettivi saldi passano da -147 a -137 e da -61 a -50. Quanto alle attese sulla disoccupazione, le opinioni dei consumatori mostrano un aumento (da 104 a 109 il saldo). Le valutazioni sulla situazione economica della famiglia migliorano (il saldo passa da -75 a -73 per i giudizi e da -30 a -29 per le attese). Diminuisce il saldo dei giudizi sul bilancio familiare (da -23 a -28).
Le opportunità attuali di risparmio e le attese sulle possibilità future sono in calo (da 132 a 121 e da -81 a -90 i rispettivi saldi). Le opinioni dei consumatori sull’opportunità di acquistare beni durevoli migliorano: il saldo passa da -114 a -102. Il saldo dei giudizi sull’evoluzione recente dei prezzi al consumo è in diminuzione (da 50 a 37). Le valutazioni sull’evoluzione dei prezzi nei prossimi dodici mesi indicano una attenuazione della dinamica inflazionistica (il saldo passa da 2 a -3). A livello territoriale, il clima di fiducia aumenta nel Nord-ovest nel Centro e nel Mezzogiorno, mentre diminuisce nel Nord-est.
 

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