7/5/2013 00:00:00
Secondo lo studio del Cerved Group nei primi tre mesi del 2013 si registrano tra le imprese italiane oltre 3500 fallimenti, con una crescita del 12,2%.
Si tratta di 42 crack al giorno, sabati e domeniche inclusi, con una proiezione per fine anno che in assenza di un cambiamento nel trend vedrebbe i fallimenti superare le 14mila unità;, circa 2mila in più; rispetto all’anno precedente.
Scomponendo i numeri di Cerved Group tra gennaio e marzo, balza agli occhi anzitutto il netto peggioramento delle regioni "traino" dell’economia italiana, con aumenti dei default del 35,3% in Emilia Romagna, del 23,8% in Lombardia, del 22,6% in Veneto. Nord Ovest e Nord Est sono così le aree del paese più; penalizzate da questa nuova ondata di crisi, mentre Centro e Sud riescono a limitare i danni.
E proprio l’industria, nel primo trimestre, vede una crescita dei crack del 10,6%, mentre nello stesso periodo dello scorso anno vi era stata una contrazione di oltre sei punti percentuali. Peggio va al comparto dei servizi mentre dopo anni di scrematura e crisi profonda per l’edilizia l’aumento del ricorso al tribunale si limita al 6%.
Altro dato per nulla rassicurante è quello che emerge dalla scomposizione per forma giuridica, dove ad entrare in crisi non sono solo le realtà; meno strutturate, ma anche e soprattutto quelle dalla spalle più; robuste. Nella prima parte del 2013 infatti aumentano a ritmi elevati e oltre la media i fallimenti di società; di capitale (+12,6%) che in valore assoluto superano nel trimestre le 2500 unità;. Questa dinamica, in atto ormai da qualche anno anche per effetto della riforma della disciplina fallimentare, è stata accompagnata da aumenti anche tra le società; di persone (+9,2%) e tra le altre forme giuridiche di impresa (+12,8%), che invece erano in calo nei trimestri precedenti.
La metà; delle procedure fallimentari aperte tra l’inizio di gennaio e la fine di marzo ha riguardato aziende che operano nei servizi, con una crescita del 14% rispetto allo stesso periodo del 2012. In aumento, come detto, anche i fallimenti nell’industria, l’unico comparto in cui il fenomeno stava lentamente regredendo, mentre ora registra ben 639 casi tra gennaio e marzo, il che significa che ogni giorno hanno chiuso i battenti sette imprese manifatturiere.