9/5/2013 00:00:00
I dati forniti da Rete Imprese Italia fotografano in maniera preoccupante la salute dell’economia italiana nel 2013: 26,6 miliardi in meno di Pil, 22,8 miliardi in meno di consumi, 249 mila chiusure della attività commerciali e dell’artigianato. Tra il 2007 e il 2013 – sottolinea l’organizzazione delle imprese – il nostro Paese avrà perso 121 miliardi di euro di Pil: un abisso e per tornare ai livelli pre crisi ci vorranno 10 anni, un arco temporale senza precedenti. Dalla ricerca emerge che in assenza di una “sensibile accelerazione della crescita, le imprese italiane potrebbero trovarsi nella necessità di operare tagli di occupazione compresi fra 400 e 650 mila unità”. Uno dei problemi dell’Italia è senza dubbio legato alla sua competitività. Non a caso il rapporto correla strettamente i rischi occupazionali con la necessità di tornare ad essere competitivi. Già negli ultimi sei anni, secondo l’analisi la competitività italiana è diminuita del 5,2%, mentre quella tedesca, nello stesso periodo, è aumentata di oltre il 6%. “Senza crescita – sottolinea il presidente di Rete imprese Italia, Sangalli – non c’è futuro: non c’è occupazione e coesione sociale e territoriale, e non c’è neppure risanamento strutturale della finanza pubblica. Ed è altrettanto vero che non si può avere la crescita senza investimenti. Per questo, sarebbe giusto chiedere all’Europa di non inserire gli investimenti pubblici produttivi nel computo dei saldi di bilancio”.