19/5/2013 00:00:00

Il presidente di Federalimentare Filippo Ferrua, nel corso del Cibus Global Forum di Parma, ha affermato che dodici miliardi di export agroalimentare in più è la crescita che nei prossimi anni il made in Italy potrebbe cogliere. “Esportiamo per 25 miliardi, ma possiamo arrivare a 37. La Germania, che pure non è un paese di tradizione alimentare, esporta il 10% in più dell’Italia in rapporto al fatturato. Dal 20% potremmo quindi arrivare al 28% potendo contare su prodotti della dieta mediterranea e di ottima qualità”. “Bisogna fare sistema – ha risposto Ferrua – contare sull’aiuto dell’Ice, defiscalizzare le spese per la promozione, intervenire contro le barriere dei dazi e aiutare la crescita delle imprese favorendone le fusioni”. Oggi un prodotto alimentare italiano su cinque finisce sui mercati esteri. Nel 2012 i consumatori d’oltralpe hanno divorato agroalimentare italiano per 25 miliardi (+7% sul 2011) contro i 19 miliardi di import e 130 di valore della produzione industriale. L’incidenza dell’export è di circa il 20%, un record storico. Anche se la Germania è al 28%, la Francia al 25% e la media europea si ferma al 22 per cento. Dall’analisi di Federalimentare emerge che oggi il 51% delle imprese italiane del food ha in corso, o ha realizzato, attività di internazionalizzazione. Gli ostacoli però ci sono: oggi i nuovi consumatori si conquistano sui mercati emergenti e questi sono i più difficili da raggiungere per le nostre piccole imprese: “Non serve arrivare terzi o quinti – ha detto Ferrua – gli strumenti di sostegno all’export devono servire ad affinare le strategie promozionali ed evitare che la fase di presidio iniziale dei nuovi mercati venga accaparrata dalla concorrenza. In caso contrario si riproporrebbero le difficoltà incontrate in Cina dal vino italiano: siamo il quinto esportatore, con una quota del 6%, e con grandi difficoltà a crescere dietro un’ingombrante Francia che, da sola, arriva al 52 per cento”.
Peraltro la prossima settimana oltre cento aziende italiane del food, guidate da Federalimentare, Cibus e Koelnmesse, sbarcheranno al Thayfex di Bangkok, porta d’ingresso dell’Asean con 600 milioni di consumatori: dal 2015 l’Asean sarà un mercato unico, senza barriere tra i dieci Paesi. Tra le aziende tricolori che parteciperanno al Thayfex ci sono Mutti, Parmareggio, Saclà, Noberasco, Monini, La Molisana, Inalca, San Benedetto.
 

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