30/5/2016 00:00:00
Continua tra alti e bassi e con qualche battuta d’arresto in cammino del Paese. I dati provenienti da più fonti mostrano uno stato di salute della nostra economia che è ancora cagionevole.
Sale la fiducia dei consumatori italiani ma cala quella delle imprese, con un peggioramento delle aspettative sulla situazione dell’Italia. Questo secondo le ultime rilevazioni Istat.
Il Fondo monetario internazionale alza all’1,1% dall’1% la stima di crescita dell’economia italiana nel 2016 ma avverte che le previsioni sono affette da rischi al ribasso.
“La nostra economia è senza dubbio ripartita, ma non è in ripresa”, così sostiene il neo presidente di Confindustria Vincenzo Boccia e aggiunge che si dovranno rivedere il Fisco e i Contratti, così com’è essenziale il rispetto delle regole.
Piuttosto severo il dato Istat su Fatturato e ordinativi dell’Industria: a marzo 2016, rispetto al mese precedente, nell’industria si rileva una diminuzione sia per il fatturato (-1,6%), sia per gli ordinativi (-3,3%).
A marzo 2016 (Istat) le vendite al dettaglio registrano variazioni congiunturali negative dello 0,6% in valore e dello 0,8% in volume, dato che secondo Confcommercio è in linea con quanto già anticipato dall’ICC ed appare coerente con le informazioni che sono emerse negli ultimi giorni dagli altri indicatori congiunturali, che segnalavano, nel mese, un leggero rallentamento dell’attività economica.
Altro dato che fa riflettere è l’aumento tendenziale delle retribuzioni contrattuali orarie +0,6% ad aprile: è il più basso registrato dall’Istat in 34 anni di serie storiche, iniziate nel 1982. Il valore minimo precedente era stato toccato a gennaio (+0,7%).
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