14/5/2018 00:00:00

Il lungo e difficile cammino per la realizzazione di un nuovo Governo sembra ormai volgere ad un finale che vede protagonisti le due forze politiche che sono state premiate dagli italiani alle ultime elezioni, Movimento 5 stelle e Lega, i cui leader si stanno confrontando in queste ore per giungere ad un accordo che ci auguriamo sia soprattutto favorevole al Paese.
Le incertezze dovute alle tensioni politiche internazionali e il protezionismo americano che rischia di colpirci pesantemente con la recentissima “minaccia” del presidente Trump di dazi al 20% sulle auto importate dall’Europa, non fanno bene all’economia, ma anzi rischiano di colpirci duramente.

Nella consueta Nota Mensile dell’Istat è scritto che il commercio internazionale e l’economia dell’area euro mostrano lievi segnali di rallentamento. Inoltre nel primo trimestre del 2018 l’economia italiana è cresciuta allo stesso ritmo dei trimestri precedenti. La produzione del settore manifatturiero e le esportazioni registrano invece alcuni segnali di flessione.

È in leggera ascesa il disagio sociale nel mese di Marzo. Nel marzo scorso il Misery Index Confcommercio ha toccato quota 17,6 punti, quattro decimi di punto in più rispetto a febbraio, per effetto di un aumento dei prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto e di una stabilità della disoccupazione estesa.

Stima l’Istat che a marzo 2018 le vendite al dettaglio diminuiscano, rispetto al mese precedente. È un dato che conferma, secondo l’Ufficio Studi di Confcommercio il rallentamento della ripresa in atto. Riprende a crescere, sempre dati Istat, la produzione industriale con un aumento dell’1,2% rispetto a febbraio.

Sono parole che hanno destato grande attenzione quelle di Giorgio Alleva, Presidente Istat, in audizione alla Camera sul Def, secondo il quale aumentano gli italiani in povertà assoluta, un fenomeno che ormai riguarderebbe circa 5 milioni di persone. Il Vicedirettore generale di Banca d’Italia, Luigi Signorini, in audizione sul Def ha invece parlato del grande macigno che pesa sul Paese ovvero il debito pubblico, che nell’eurozona è inferiore solo a quello greco, e che supera rispettivamente di 68, 35 e 34 punti percentuali quello dei suoi vicini di casa Germania, Francia e Spagna.

Anche a livello locale, con l’indagine Format Research per Confcommercio Friuli Venezia Giulia, si registra un certo calo della fiducia, complice anche lo stallo dei ricavi, a causa di consumi ancora al palo.
Ma a danneggiare le imprese può essere anche l’illegalità come mostrato nell’indagine Confcommercio FVG con Format Reserch, dove si evidenzia che circa il 20% dei consumatori del Friuli Venezia Giulia dichiara di avere acquistato almeno una volta nel corso del 2017 prodotti illegali (contraffatti) o di avere utilizzato un qualche genere di servizio offerto da un soggetto che non era autorizzato ad erogarlo.

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