4/8/2018 00:00:00
Oltre l’86% delle imprese di Roma sono imprese del Terziario e danno lavoro a circa l’83% dei lavoratori della città, producendo oltre l’82% del valore aggiunto della Capitale.
“Stiamo cambiando pelle – ha spiegato il Presidente di Format Research Pierluigi Ascani illustrando i dati emersi dall’indagine condotta dall’Osservatorio di Confcommercio Roma sull’andamento congiunturale delle imprese del Terziario della Capitale nel secondo trimestre 2018 –Nell’arco di tempo che va dal 2005 al 2017 abbiamo assistito a un processo crescente di terziarizzazione dell’economia sia a livello Italia sia nella città metropolitana di Roma”.
“Il secondo trimestre dell’anno si chiude con un dato sostanzialmente stabile circa la fiducia delle imprese del terziario di Roma, – ha aggiunto Ascani – con riferimento sia all’andamento dell’economia italiana sia all’andamento della propria attività economica. Stabile anche l’andamento dei ricavi nel secondo trimestre rispetto ai primi tre mesi dell’anno. Peggiora invece nel secondo trimestre del 2018 rispetto ai mesi di gennaio, febbraio e marzo la situazione dell’occupazione presso le imprese del commercio, del turismo e dei servizi: l’indicatore congiunturale passa dal 37,6 del mese di marzo al 35,9 del mese di giugno”. In leggera diminuzione la percentuale di imprese che hanno fatto richiesta di credito. Quelle che si sono recate in banca per chiedere un finanziamento, un affidamento o la rinegoziazione di un affidamento o di finanziamento esistente sono state il 21.7% contro il 22,1% del primo tremestre 2018. “Tra le imprese – ha precisato Ascani – che si sono rivolte alle banche il 40,4% ha ottenuto la qualità di credito della quale aveva bisogno, il 36,2% ha ottenuto credito, ma con un ammontare inferiore alla richiesta, il 14,7% non ha ottenuto credito. Il 60% delle imprese del terziario che si sono rivolte alle banche per un finanziamento lo hanno fatto per ragioni legate ad esigenze di liquidità e cassa, il 22% circa per effettuare investimenti ed il 18% circa per ‘ristrutturazione del debito’. Quasi la metà delle imprese romane – ha poi detto Ascani – sta proponendo la merce in saldo con una percentuale di sconto compresa tra il 30% ed il 40%. Rispetto ai saldi estivi dello scorso anno le imprese non stanno rilevando alcun aumento del flusso di clientela. Molto esigua la percentuale delle imprese che afferma che allafine dell’anno le vendite effettuate grazie ai saldi estivi incideranno oltre il 20% sul totale dei ricavi del punto vendita: poco più del 15% delle imprese intervistate”.
“A Roma si contano ben oltre 214.000 imprese del Terziario, che rappresentano la forza trainante dell’economia della Capitale”, ha commentato il Commissario di Confcommercio Roma Renato Borghi. “L’Amministrazione deve avere un occhio di riguardo per chi è artefice della crescita della città”. “Sulle imprese gravano oneri fiscali che hanno un peso insostenibile – ha quindi aggiunto Borghi – non è possibile che a Roma un’attività di ristorazione paghi un balzello per l’immondizia del 40% più elevato rispetto a quello di un qualsiasi altro collega nel resto della Penisola”.
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