16 Settembre 2020 – Le conseguenze della gravissima crisi globale causata dalla diffusione del nuovo coronavirus sono ancora molto difficili da valutare. La portata di questo evento senza precedenti nella storia recente è evidente nei costi che tuttora produce in termini di vite umane, di relazioni sociali, di risultati economici. L’incertezza sulle prospettive incide negativamente sulle decisioni di spesa delle famiglie e delle imprese; nonostante una recente, leggera, tendenza al miglioramento, la fiducia rimane, non solo in Italia, su valori molto bassi.
Nei primi mesi di quest’anno la crescita della propensione al risparmio ha riflesso, in Italia, gli ostacoli agli acquisti di beni e servizi conseguenti alla chiusura di attività non essenziali, in un contesto di offerta limitata di molti prodotti; dal secondo trimestre soprattutto l’emergere di ragioni di ordine precauzionale. Nei primi due trimestri la forte caduta dei consumi, degli investimenti e della domanda estera ha determinato una diminuzione cumulata del prodotto di oltre il 17 per cento, facendolo arretrare sui livelli dei primi anni Novanta; a essa sembra far seguito, come previsto, un consistente recupero dell’attività produttiva.
Nel complesso, anche grazie alle misure di stimolo della domanda, monetarie e di bilancio, il rafforzamento della congiuntura nel trimestre in corso potrebbe essere lievemente migliore di quanto delineato in luglio nello scenario di base delle nostre previsioni. Al momento, gli andamenti che stiamo osservando restano a grandi linee coerenti con il risultato per l’anno prefigurato in quello scenario: una caduta del PIL di poco inferiore al 10 per cento, con una successiva, molto graduale, ripresa.
Sulle prospettive di crescita gravano ancora importanti rischi che richiedono chiarezza sull’orientamento delle politiche, anche nel medio periodo. La pandemia non sta evolvendo, a livello globale, come molti avevano sperato. Se protratto, l’elevato risparmio precauzionale, diffuso anche in altri paesi avanzati, può frenare la ripresa globale nei prossimi mesi, rischiando di radicarsi nei comportamenti delle famiglie e delle imprese;
nei nostri sondaggi la propensione alla riduzione delle spese considerate comprimibili, quali quelle per viaggi, vacanze, ristoranti, cinema e teatro, sembra interessare finora non solo i nuclei con maggiori difficoltà economiche, ma anche una quota rilevante di famiglie che non sono incorse in perdite di reddito significative e che non prevedono di subirle neanche in futuro. Una ulteriore fonte di incertezza a livello globale riguarda la capacità dei debitori, e specialmente delle imprese, di tornare a onorare regolarmente i pagamenti, una volta che giungeranno a scadenza le misure introdotte a loro favore in molti paesi. Questo rafforza la necessità di interventi di natura strutturale volti a sostenere la ripresa delle economie e la solidità delle imprese con prospettive di sviluppo.