La congiuntura e le prospettive economiche

6 febbraio 2021 – Il protrarsi della pandemia e l’incertezza sul piano sanitario, sociale ed economico continuano a pesare sulle decisioni di consumo e di investimento, con significative ripercussioni sul tessuto produttivo, sull’occupazione e sui redditi. L’autorizzazione all’immissione in commercio dei primi vaccini già alla fine del 2020 alimenta la speranza che l’emergenza sanitaria possa essere contrastata efficacemente nel corso di quest’anno.

I rischi per i prossimi mesi appaiono, tuttavia, ancora elevati. Quello principale è che il contenimento dei contagi da Covid-19 possa rivelarsi più difficile del previsto. Resta inoltre da verificare la persistenza delle modifiche che la pandemia ha determinato nelle abitudini di consumo, nell’organizzazione della società e dell’attività produttiva, nelle modalità di lavoro.

La risposta cooperativa data dal Gruppo dei Venti (G20) ha consentito di contenere gli effetti economici dell’emergenza sanitaria; l’Italia, che per quest’anno ha assunto la Presidenza del G20, potrà adoperarsi affinché prosegua il riaffermarsi di un approccio basato sul multilateralismo. Un sostegno all’attività economica globale deriverà dalle misure di bilancio espansive approvate di recente in alcuni paesi avanzati e dalla robusta ripresa della Cina, favorita anche da ingenti investimenti pubblici. Questi fattori, assieme all’accordo raggiunto lo scorso dicembre tra l’Unione europea e il Regno Unito, hanno portato il Fondo monetario internazionale a rivedere leggermente al rialzo le previsioni della crescita mondiale per il 2021, al 5,5 per cento, dopo la flessione del 3,5 nel 2020.

In Italia il forte aumento dell’attività produttiva nel terzo trimestre dello scorso anno ha testimoniato che l’economia mantiene la capacità di risollevarsi. La seconda ondata di contagi, le conseguenti misure restrittive volte a contenerne l’entità e l’accresciuta incertezza hanno tuttavia determinato, come in altri paesi dell’area dell’euro, una nuova flessione del prodotto nel quarto trimestre, pari al 2 per cento sul terzo e al 6,6 per cento sui dodici mesi. L’esperienza acquisita ha permesso di limitarne gli effetti sull’economia, anche grazie a più mirate misure di contenimento e a un miglioramento della capacità di reazione del sistema sanitario.

L’occupazione, dopo il deciso ma parziale recupero delle ore lavorate nei mesi estivi, risente del repentino peggioramento della congiuntura. La pandemia ha avuto, dall’inizio del 2020, un impatto considerevole sui redditi e sulle disuguaglianze; ne sono stati soprattutto colpiti lavoratori autonomi e dipendenti con contratti a tempo determinato, in particolare giovani e donne, la cui presenza è maggiormente diffusa nei settori più esposti alla crisi. Le politiche messe in atto per mitigarne gli effetti – quali l’estensione degli schemi di integrazione salariale, l’ampliamento della durata dei sussidi di disoccupazione e le misure di sostegno per autonomi e famiglie in difficoltà – sono state in complesso efficaci, attenuando i difetti del sistema di welfare, dovuti soprattutto a una eccessiva frammentazione degli strumenti. …

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