30 marzo 2021 – La risposta politica dell’Italia alla pandemia è stata generalmente efficace nell’attenuare l’impatto della crisi sanitaria sulla popolazione e sull’economia. Il ritmo delle vaccinazioni dovrebbe essere accelerato e le misure di sostegno dovrebbero essere gradualmente ridotte man mano che la crisi sanitaria si allontana e la ripresa economica prende piede. Sarà necessario stimolare anche dopo che la crisi sanitaria sarà finita per limitare le cicatrici del mercato del lavoro e dello stock di capitale e per costruire un’economia più verde, più intelligente e più giusta.
Situazione economica e prospettive
La pandemia ha inferto un duro colpo al popolo italiano e alla sua economia. Il gran numero di infezioni e decessi nonché le ripetute ondate di allontanamento sociale hanno causato notevoli sofferenze personali. Anche l’impatto economico è stato grave, interrompendo la lenta ripresa dalla precedente doppia recessione e provocando un calo della produzione senza precedenti, ma molto disomogeneo. Nonostante il forte rimbalzo nel terzo trimestre dello scorso anno e la produzione tornata vicino ai livelli pre-COVID, il PIL è sceso di quasi il 9% nel 2020, con l’ospitalità, il turismo e i trasporti più colpiti. Alla fine dell’anno, la produzione è rimasta di circa il 6½ percento al di sotto del livello di fine 2019. …
Le prospettive per l’economia italiana dipendono dall’andamento della pandemia e dalle politiche di sostegno. Il numero crescente di vaccini autorizzati e il programma di immunizzazione in corso forniranno un’uscita dalla pandemia, sebbene le mutazioni emergenti potrebbero causare battute d’arresto. I tempi e la forma della ripresa economica rimangono pertanto incerti. Supponendo che il programma di vaccinazione sia ben avanzato entro la fine dell’estate, che le distanze sociali persistano nel frattempo e che il sostegno economico ai più colpiti sia mantenuto per tutta la durata della crisi sanitaria, il PIL potrebbe crescere di circa il 4¼ per cento nel 2021, con un inizio debole seguito da un’accelerazione nell’ultima parte dell’anno. Successivamente, il ritorno alle condizioni pre-COVID in gran parte dell’economia, rafforzato da una spesa sostanziale nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (NRRP), stimolerebbe la crescita ben al di sopra della tendenza precedente nel medio termine. Tuttavia, molte aziende potrebbero ancora affrontare un debito eccessivo e ampi divari azionari, che li portano a ridimensionarsi o chiudere, causando licenziamenti e maggiore disoccupazione se la riallocazione e la formazione di nuove imprese sono lente.