28 Aprile 2021 Ad un anno dallo scoppio della pandemia da COVID-19, gli effetti sul tessuto produttivo della provincia di Torino sono visibili ma fortemente eterogenei in funzione delle caratteristiche dei settori merceologici colpiti: se l’industria è ormai in ripresa, sono ancora in difficoltà le imprese del terziario. Nella prima parte del 2021 è tornata a crescere la fiducia delle imprese del terziario di Torino, che ritrovano un lieve ottimismo dopo le chiusure forzate di fine 2020. Tuttavia, è ancora ampio il gap rispetto ad un anno fa. La pandemia ha modificato le abitudini dei consumatori: solo nell’ultima parte del primo trimestre 2021 si è assistito ad un recupero tendenziale, che tuttavia non compensa le perdite dei consumi patite in dodici mesi.

L’andamento dei consumi si riflette sul trend dei ricavi nel terziario: il primo trimestre 2021 ha fatto segnare una lieve ripresa, ma il confronto con i livelli pre-crisi è ancora ampiamente negativo. La previsione per l’estate è la prima in territorio positivo, tuttavia a giugno la situazione risulterà ancora ben al di sotto rispetto a quella del periodo pre-pandemia. Da questo punto di vista, la ripresa rischia di essere soltanto una “ripresa statistica”: i confronti tendenziali risultano positivi non tanto in virtù di un pieno recupero dei livelli di spesa, ma a causa del paragone con un periodo in cui la situazione era, se possibile, ancora più difficile (i primi mesi dall’esplosione della crisi).

Nel 2020 sono andati persi -22 mila posti di lavoro nel terziario. Una volta cessato il blocco dei licenziamenti, saranno a rischio 82 mila occupati. Rischia di diventare insostenibile la situazione della liquidità delle imprese a Torino, che hanno infatti incrementato la richiesta di credito. Le risposte positive degli istituti di credito (+25% nel 2020) rischiano tuttavia di tramutarsi in debiti difficili da saldare negli anni. In questo senso, le prime misure adottate dal nuovo Governo Draghi, pur rilevandosi una lieve inversione di tendenza rispetto al passato, non soddisfano a pieno le aspettative degli imprenditori.

La via maestra per recuperare è quella di accelerare la campagna vaccinale e le imprese del terziario di Torino evidenziano un rilevante senso di responsabilità sociale: una su cinque è disposta ad utilizzare i presidi della propria azienda per vaccinare i collaboratori. Pur in uno scenario di crisi, le imprese di Torino si mostrano attente al tema della sostenibilità: il 41% ha già effettuato investimenti in quest’ambito, strategico perché al centro di una quota importante dei fondi nell’ambito del Recovery Plan. Questi i principali risultati della ricerca sulle imprese del terziario della provincia di Torino, realizzata da Confcommercio Torino in collaborazione con Format Research.

“Ancora una volta i dati dell’Osservatorio sul terziario denunciano il clima di incertezza e di crisi per le imprese torinesi senza che vi sia all’orizzonte alcun serio provvedimento da parte del governo per un’effettiva ripresa. Le riaperture stentano a partire e il clima di fiducia degli imprenditori è crollato ai minimi storici. La lieve ripresa registrata nel primo trimestre rischia di essere vanificata se non si accelera fortemente nella campagna di vaccinazione – dichiara la presidente Maria Luisa Coppa. È necessario un’iniezione di liquidità a fondo perduto, un biennio bianco fiscale fino alla fine della pandemia, interventi concreti per il mondo del turismo, della cultura e del tempo libero, gli ultimi settori a riaprire dopo quasi due anni di chiusura. La volontà di ripartenza è forte fra le nostre imprese, lo dimostra la disponibilità a vaccinare i propri collaboratori e gli investimenti già effettuati in ambito ambientale ma non devono essere lasciate sole in balia di regole spesso incomprensibili e inattuabili.”

“Se migliora anche solo lievemente la fiducia sul futuro della ripresa economica, per l’occupazione lo scenario resta molto critico. Nel 2020 nei settori del commercio e del turismo torinese sono andati persi oltre 20 mila posti di lavoro e la situazione si farà drammatica con il termine del blocco dei licenziamenti. Occorrono interventi straordinari e di emergenza in un settore già in grande difficoltà come il Terziario con politiche attive e semplificazioni sul mondo del lavoro post covid – sottolinea Carlo Alberto Carpignano direttore generale Ascom Confcommercio Torino e provincia – a partire dal supporto nell’accesso agli strumenti di sostegno al reddito, senza i quali il numero delle imprese “zombie” non può che crescere fino all’implosione. Abbiamo davanti a noi pochi mesi per dare alle imprese le risposte necessarie per impedire un nuova crisi economica dai risvolti sociali imprevedibili.”

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