È di oggi, lunedì 24, la pubblicazione del PMI® IHS Markit Flash dell’Eurozona che mostra come la crescita dell’economia dell’Eurozona è rallentata per il secondo mese consecutivo. La causa è dovuta alla diffusione della variante Omicron. Ad essere stato scosso è stato fondamentalmente il comparto del terziario mentre il manifatturiero è continuato a crescere grazie alla riduzione dei vincoli sulla fornitura. Quello che ne viene fuori è una situazione in chiaroscuro, dove, scrive nel suo commento ai dati Chris Williamson, Chief Business Economist presso la IHS Markit, “il prezzo di beni e servizi sta però salendo ad un tasso record già avutosi in precedenza, con l’aumento del costo del lavoro e dell’energia che controbilancia la riduzione del prezzo delle materie prime sostenuto dai produttori, falciando la speranza di un imminente raffreddamento delle pressioni inflazionistiche”.

Nel primo Bollettino Economico della Banca d’Italia di quest’anno, si legge che il rialzo dei contagi e il conseguente peggioramento del clima di fiducia hanno penalizzato soprattutto la spesa per servizi. Secondo le intenzioni rilevate nei sondaggi condotti tra novembre e dicembre, le imprese prevedono per quest’anno una decelerazione degli investimenti. … L’inflazione è salita su valori elevati (4,2 per cento in dicembre), sospinta dalle quotazioni dell’energia.

La questione del costo dell’energia è il punto saliente: i rincari dei prezzi dell’energia rischiano di creare una situazione di crisi che si affianca a quella generata dalla pandemia. Una crisi non solo per i cittadini ma per le imprese i cui costi di produzione potrebbero, in molti casi, rischiare di diventare insostenibili. Nella sua Congiuntura flash, il Centro Studi di Confindustria focalizza l’attenzione sul fatto che la risalita del Pil italiano sia ormai a forte rischio, così come il balzo dell’inflazione può essere considerato transitorio solo se si raffredderà il costo dell’energia. Costo che, è scritto nella Congiuntura flash, pesa sulla spesa delle famiglie per una quantità pari all’8,3% del paniere dei consumi, stimato in circa 5/6 miliardi di euro: ciò sottrae risorse alla spesa in altri beni e servizi, frenando i consumi.

Le misure del governo per affrontare questa crisi sostenuta da un doppio fronte (costo energia e pandemia), consistono nella cancellazione degli oneri di sistema per il primo trimestre del 2022, taglio del 20% alle bollette per le imprese a forte consumo energetico e compensazione del prezzo dell’energia prodotta da fonti rinnovabili. E poi c’è lo stop alle tasse per le discoteche e aiuti per il commercio, turismo, bar ecc. (Vedi QUI)

È di oggi l’editoriale del Presidente di Confcommercio Carlo Sangalli sul Secolo XIX che scrive: Rispetto a questo scenario decisamente allarmante, risultano allora parziali e dunque insufficienti le risposte che vengono dal nuovo decreto per il sostegno alle imprese.” …“Anche sul versante del contrasto del “caro-energia”, si registra una risposta davvero parziale. Certo, si procede alla riduzione degli oneri di sistema, per il primo trimestre 2022, in favore delle Pmi. Ma resta confermata la necessità di un piano d’azione strutturale. Un piano comprensivo, tra l’altro, della riforma dell’impianto della bolletta elettrica, delle scelte per la riduzione della dipendenza dalle forniture estere e delle misure per compensare gli impatti negativi dell’aumento dei prezzi dei carburanti sulla filiera del trasporto e della logistica”.

C’è poi il comparto automotive che in questo lungo periodo di pandemia sta soffrendo in modo tanto grave quanto inascoltato. Il presidente di Federmotorizzazione e Assomobilità Simonpaolo Buongiardino chiede che venga ripensata in modo strutturale la politica degli incentivi, senza la pregiudiziale della trazione elettrica. Le immatricolazioni – fa il punto Federmotorizzazione– hanno registrato un -23,5% con 1.475.393 unità rispetto al 2019 quando le immatricolazioni furono 1.928.197.

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