A margine del workshop Ambrosetti, il Commissario all’Economia Paolo Gentiloni si è detto convinto che l’Europa “non è affatto destinata ad un percorso di crescita negativa o di recessione”, certo, ha sottolineato, avremo un rallentamento della crescita e non raggiungeremo l’ottimistico traguardo del 4%. (vedi QUI)
Meno ottimista sembra essere Confindustria che, nell’ultimo rapporto di previsione, L’Economia italiana alla prova del conflitto in Ucraina, realizzato dal suo Centro Studi, delinea scenari che sono legati a diverse variabili e quella fondamentale è la durata del conflitto. Assumendo l’ipotesi “che da luglio prossimo finisca la guerra o comunque si comincino a ridurre l’incertezza e le tensioni, in particolare sui prezzi di gas e petrolio che scenderanno, pur rimanendo al di sopra dei livelli di inizio 2021; ogni ipotesi di razionamento dell’energia per il settore produttivo è esclusa ma ovviamente avrebbe impatti molto negativi; infine, si è assunto che la diffusione del Covid rimanga contenuta in maniera efficace e abbia impatti via via decrescenti e che, nonostante il quadro peggiorato, l’Italia riesca a centrare gli obiettivi del PNRR nei tempi previsti, eventualmente rivedendo alcuni progetti che potrebbero non essere più realizzabili. In questo scenario deteriorato, l’andamento del PIL italiano nel 2022 risulta molto meno favorevole di quanto precedentemente stimato: quest’anno si registrerebbe un incremento del +1,9%, con un’ampia revisione al ribasso (-2,2 punti) rispetto allo scenario delineato lo scorso ottobre, prima dei nuovi shock, quando tutti i previsori erano concordi su un +4,0%”.
L’impatto economico della guerra viene compreso al meglio con quello che gli economisti chiamano “shock dell’offerta”, che è uno shock che allo stesso tempo fa aumentare l’inflazione e riduce la crescita, ha spiegato Christine Lagarde ad un evento organizzato dalla Banca Centrale di Cipro. Quindi ha detto che ci sono tre fattori principali legati alla guerra che portano l’inflazione più in alto e che sono riconducibili ai costi dell’energia, delle materie alimentari e ai “colli di bottiglia” che si creano in alcuni settori del manifatturiero. “Ad esempio, la Russia è il principale esportatore mondiale di palladio, che è fondamentale per la produzione di convertitori catalitici”.
Intanto l’Istat ha diffuso i nuovi dati dell’andamento dei prezzi al consumo: secondo le stime preliminari, nel mese di marzo 2022, per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, si registra un aumento dell’1,2% su base mensile e del 6,7% su base annua (da +5,7% del mese precedente). Questa impennata dei prezzi, superiore anche alle previsioni che Confcommercio aveva data nella sua Congiuntura Confcommercio, preoccupano molto l’associazione di categoria il cui Ufficio Studi commenta: si “allontana nel tempo la collocazione del punto di rientro delle pressioni e, soprattutto, contribuisce a rivedere al rialzo la previsione dell’inflazione per l’anno in corso e ad abbassare quella relativa alla crescita economica”.
Sempre secondo le stime Istat, a febbraio 2022 l’occupazione torna ad aumentare, riprendendo il trend in crescita che aveva caratterizzato il 2021, ciò dopo due mesi di sostanziale stabilità. Scrive l’Istituto di statistica che “rispetto a gennaio 2021, si registrano quasi 850 mila occupati in più; oltre la metà sono dipendenti a termine con una stima che sfiora i 3 milioni 200 mila, il valore più alto dal 1977. Rispetto ai livelli pre-pandemia (febbraio 2020), il tasso di occupazione, pari al 59,6%, è superiore di 0,6 punti (record dall’inizio delle serie storiche), quello di disoccupazione è sceso dal 9,6% all’8,5% e il tasso di inattività, al 34,8%, è più elevato di 0,2 punti”.
Banca Ifis ha sviluppato il 1° Osservatorio sullo Sport System italiano in grado di misurare la dimensione economica di tutte le componenti dello sport e di offrire ai decision maker pubblici e privati dati e informazioni fondamentali per assumere decisioni strategiche. È uno strumento fondamentale in un Paese dove ci sono circa 35 milioni di appassionati, di cui 15,5 milioni di praticanti abituali tra gli italiani maggiorenni, approssimativamente 74.000 società sportive e di gestione degli impianti e circa 10.000 imprese produttrici. Lo Sport System è un settore di primaria importanza per l’economia e la società italiana.