Proiezioni di natura indicativa
Nell’attuale fase di elevata incertezza, proiezioni come quelle qui presentate, ancorché puntuali, hanno natura indicativa e dipendono fortemente dalle ipotesi sull’evoluzione dei prezzi e della disponibilità delle materie prime, in larga parte determinata dagli sviluppi geopolitici.
Due scenari
La nota presenta uno scenario di base e uno scenario più avverso. Il primo presuppone che i flussi di gas dalla Russia verso il nostro paese rimangano sui livelli osservati negli ultimi mesi e che i prezzi delle materie prime siano coerenti con quelli desumibili dai recenti contratti futures. Nello scenario più avverso si ipotizzano un’interruzione completa dei flussi di gas russo verso l’Europa e prezzi delle materie prime significativamente più elevati, a cui si accompagnerebbero un più marcato rallentamento del commercio internazionale e, nel breve termine, una maggiore incertezza.
Entrambi gli scenari tengono conto delle misure inserite nella legge di bilancio per il 2022, di quelle adottate a partire dall’inizio dell’anno per contrastare gli effetti del rincaro dell’energia e dell’utilizzo dei fondi europei nell’ambito del programma Next Generation EU sulla base delle informazioni aggiornate relative al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
Nello scenario di base il prezzo del petrolio si colloca a circa 103 dollari al barile nella media del 2022, a poco meno di 80 dollari nel 2023 e a 74 dollari nel 2024; il prezzo del gas naturale è pari in media a 150 euro per megawattora nel 2022, a quasi 190 euro nel 2023 e a poco meno di 120 euro nel 2024 (cfr. il riquadro “Le ipotesi”).
La crescita del PIL
La crescita del PIL in Italia sarebbe pari al 3,3 per cento quest’anno, allo 0,3 nel 2023 e all’1,4 nel 2024 (tavola). A una contrazione del prodotto nella seconda metà del 2022 seguirebbe una modesta ripresa dal secondo trimestre del 2023, che si rafforzerebbe gradualmente in seguito. La debolezza dell’attività nei prossimi trimestri rifletterebbe principalmente quella dei consumi delle famiglie e degli investimenti delle imprese in macchinari e attrezzature, che risentono dell’impatto dell’elevata inflazione sul reddito disponibile, della maggiore incertezza e dell’aumento dei costi di finanziamento. Vi inciderebbe inoltre il rallentamento degli scambi internazionali.