Qualche elemento positivo

Tra gli ultimi dati economici a nostra disposizione possiamo trovare qualche elemento positivo, come il rallentamento della contrazione dell’economia secondo l’indice S&P GLOBAL PMI® FLASH DELL’EUROZONA, e un timido ottimismo traspare dalle parole pronunciate dal vicepresidente della Bce Luis de Guindos intervenendo all’Analysis Forum a Milano: “Forse siamo vicini al picco dell’inflazione anche se è difficile fare previsioni perché vanno computati tutti i fattori come le misure che i governi stanno prendendo e che hanno un impatto sull’inflazione”. “La mia impressione – ha anche detto – è che siamo vicini al picco di inflazione e questa non crescerà molto nei prossimi 3-4 mesi e poi inizierà a scendere ma probabilmente mentre scenderà l’inflazione headline salirà quella core”.

La Fiducia

Ma il dato forse più interessante della settimana è stato quello della fiducia che Istat rileva al rialzo sia fra le imprese che fra i consumatori. Dopo quattro mesi consecutivi di flessione – è scritto nella nota -il clima di fiducia delle imprese torna ad aumentare trainato soprattutto dalle aspettative sulla produzione nel comparto manifatturiero, da quelle sugli ordini nei servizi di mercato e dalle attese sulle vendite nel commercio al dettaglio. Anche il clima di fiducia dei consumatori presenta una dinamica positiva dovuta soprattutto ad opinioni sulla situazione economica del paese (ivi comprese quelle sulla disoccupazione) in deciso miglioramento, seguite da attese sulla situazione economica familiare e da opinioni sul risparmio (possibilità future) in ripresa.
“Il miglioramento del clima di fiducia registrato a novembre dalle famiglie e dalle imprese – commenta l’Ufficio Studi di Confcommercio – rappresenta un importante segnale positivo per le capacità di tenuta del nostro sistema economico. Costituisce il presupposto per definire il volume delle spese del mese di dicembre, di gran lunga il più importante per i consumi”.

Le stime di Confindustria

Se fino al terzo trimestre l’economia Italia ha tenuto, resistendo al caro energia, anche oltre le aspettative, il Pil è cresciuto, il turismo in espansione ha riportato un po’ di ricchezza e i dati sul lavoro sono buoni (vedi anche QUI), nel quarto trimestre le cose potrebbero cambiare e non in meglio. Nella Congiuntura Flash del Centro Studi di Confindustria leggiamo che gli indicatori qualitativi sono nel complesso negativi; il prezzo del gas resta alto, da troppi mesi; l’inflazione che ne deriva (+11,8% annuo) erode reddito e risparmio delle famiglie e avrà un impatto negativo sui consumi; il rialzo dei tassi si sta accentuando, un’altra zavorra sui costi delle imprese.

L’Economia sendo l’OCSE

Secondo l’OCSE l’economia globale dovrebbe rallentare ulteriormente nel prossimo anno poiché il massiccio e storico shock energetico innescato dalla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina continua a stimolare le pressioni inflazionistiche, minando la fiducia e il potere d’acquisto delle famiglie e aumentando i rischi in tutto il mondo. E per quanto riguarda il nostro Paese gli economisti dell’Istituto scrivono che la crescita del PIL reale è prevista al 3,7% nel 2022, con un rallentamento allo 0,2% nel 2023, prima di arrivare moderatamente all’1% nel 2024. Gli alti prezzi dell’energia agiranno da freno sulla produzione nelle industrie ad alta intensità energetica, mentre i redditi reali diminuiranno a causa dell’elevata inflazione, l’aumento dei tassi di interesse e la modesta crescita del mercato delle esportazioni modereranno la crescita della domanda ed anche la disoccupazione potrebbe aumentare.

Mentre scriviamo queste righe sono state presentate oggi due interessanti ricerche in collaborazione con Format Research.

Asseprim Focus

Tra le imprese dei servizi professionali nella seconda parte del 2022 la fiducia è in calo sulla situazione economica generale dell’Italia (l’indicatore scende da 36 a 21) e sull’andamento del comparto (37, sei punti in meni su giugno 2022). È quanto emerge dai dati di aggiornamento dell’Asseprim Focus, l’osservatorio economico di Asseprim, la Federazione nazionale dei servizi professionali alle imprese aderente a Confcommercio, realizzato con Format Research.

Quanto spenderanno i romani a Natale

Secondo l’indagine Format Research per Confcommercio Roma: quasi tre romani su quattro (il 72%) faranno un regalo, il 16,6% utilizzando la tredicesima, per una spesa media di 154 a persona.  Più di otto consumatori romani su dieci ritiene che il prossimo Natale sarà più dimesso, ovvero che gli italiani faranno meno acquisti rispetto al Natale precedente. La sfiducia è dovuta principalmente alla preoccupazione per l’aumento dei costi dei prodotti alimentari e delle bollette.

I dati di Ascom Confcommercio Bergamo

Martedì scorso sono stati presentati alla stampa i dati di Ascom Confcommercio Bergamo, stimati sulla scorta delle previsioni di spesa del rapporto di ricerca affidato a Format Research, secondo i quali il caro energia e inflazione impongono maggiore attenzione alle spese: tra offerte e promozioni, è stato previsto un budget per la settimana del Black Friday tra i 120 e i 160 euro a famiglia.

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