Le imprese italiane hanno rallentato gli investimenti in innovazione
Le imprese italiane hanno rallentato gli investimenti in innovazione nel 2021 dopo un decennio di crescita. La crisi è legata alla pandemia e né è la causa secondo dati illustrati dal rapporto del centro di ricerca MET realizzato in collaborazione con Federcasse. L’aumento della percentuale di imprese innovatrici risulta sostenuto dal 2011 al 2019 (si passa da circa il 10 a oltre il 40%), e cala leggermente nel 2021.
Il Mezzogiorno ha seguito la stessa tendenza, ma con ritmi piu’ deboli. Di conseguenza, la distanza con il Centro-nord, quasi inesistente nel 2011, e’ aumentata progressivamente, portando la differenza a 5 punti percentuali nel 2021.
La riduzione di imprese innovatrici nel 2021 e’ piu’ sensibile tra le imprese piccole e medie (di 10,6 e 7,3 punti percentuali, rispettivamente), mentre quella per le micro e grandi imprese e’ di meno di 3 punti. Si conferma cosi’ la strategia di risposta immediata alla crisi di queste imprese: ridurre gli investimenti nelle strategie dinamiche per ridurre il rischio che ne deriva.
Si può ipotizzare che il calo della quota di imprese innovatrici registrato nel 2021, molto più pronunciato per le piccole e medie imprese, si debba a una risposta immediata alla crisi e non a una scelta strategica di medio o lungo termine, che esporrebbe a una perdita di competitività per le singole imprese sul mercato nazionale, con un impatto negativo sul posizionamento del sistema produttivo italiano su quello mondiale.
Il Rapporto, curato dal Centro Studi MET (Monitoraggio Economia e Territorio) in collaborazione con Federcasse, riporta i dati della rilevazione compiuta su un campione di 20 mila imprese industriali e dei servizi.
Il Rapporto MET 2022 “Le imprese dopo la pandemia” è edito da ECRA.
Le interviste per la realizzazione della ricerca sono state realizzate da Format Research.