La congiuntura
L’economia globale è in rallentamento
L’economia globale è in rallentamento; l’incertezza resta molto elevata anche se gli indicatori più recenti sono migliori delle attese. Nonostante la prevista ripresa della Cina, secondo le ultime proiezioni del Fondo monetario internazionale il tasso di espansione del prodotto mondiale dovrebbe collocarsi quest’anno al 2,9 per cento, dal 3,4 del 2022; per il commercio si scenderebbe dal 5,4 al 2,4 per cento.
Le conseguenze dell’aggressione della Russia all’Ucraina
L’indebolimento del quadro congiunturale internazionale riflette prevalentemente le conseguenze dell’aggressione della Russia all’Ucraina e le connesse tensioni geopolitiche. L’inflazione, sospinta dagli eccezionali rialzi dei prezzi delle materie prime energetiche e alimentari, resta alta a livello globale. Ciò continua, da un lato, a ridurre il potere d’acquisto delle retribuzioni e il valore in termini reali dei risparmi accumulati dalle famiglie, dall’altro, a richiedere un’intonazione più restrittiva delle politiche monetarie.
Il raggiungimento degli obiettivi di stoccaggio di gas naturale da parte dei paesi europei, il clima più mite e il calo della domanda hanno favorito negli ultimi mesi un ampio riassorbimento dei rincari delle materie prime energetiche.
Anche le economie dell’Italia e dell’area dell’euro sono in decelerazione
Anche le economie dell’Italia e dell’area dell’euro sono in decelerazione, dopo risultati largamente migliori del previsto nell’intero 2022. La crescita del prodotto ha sfiorato da noi il 4 per cento, quasi mezzo punto di più che nella media dell’area dell’euro. La ripresa dei servizi, particolarmente intensa soprattutto nell’estate, ha più che compensato il calo registrato nella seconda metà dell’anno dalla produzione agricola e industriale.
Nello scenario di base presentato nel Bollettino economico di gennaio, che ha un carattere necessariamente indicativo dato il permanere di condizioni geopolitiche altamente incerte, dopo la diminuzione dello 0,1 per cento registrata nel quarto trimestre del 2022 la crescita dell’economia si ridurrebbe quest’anno allo 0,6 per cento; tornerebbe a rafforzarsi nel prossimo biennio per l’accelerazione delle esportazioni e, grazie alla diminuzione delle pressioni inflazionistiche, della domanda interna.
L’inflazione, pari all’8,7 per cento nella media del 2022 su base armonizzata, scenderebbe di due punti nell’anno in corso e più decisamente nel prossimo, portandosi al 2 per cento nel 2025.
Il prodotto nell’area dell’euro sarebbe marginalmente salito lo scorso trimestre
Secondo stime preliminari il prodotto nell’area dell’euro sarebbe marginalmente salito lo scorso trimestre, in un contesto di variazioni fortemente eterogenee tra paesi. Nello scenario di base formulato in dicembre dagli esperti dell’Eurosistema, l’espansione del PIL era contenuta entro lo 0,5 per cento nel 2023, per tornare ad avvicinarsi al 2 il prossimo anno.
Riflettendo l’ipotesi, in parte superata, del permanere di forti pressioni derivanti dai rincari delle materie prime energetiche e dei beni intermedi, oltre che di sensibili incrementi salariali, dopo l’8,4 per l’intero 2022 il rallentamento dell’inflazione era previsto debole e incerto: l’aumento dei prezzi avrebbe oltrepassato il 6 per cento quest’anno e si sarebbe mantenuto ben oltre il 3 nel 2024.
Segnali di contenimento della dinamica inflazionistica
I segnali di contenimento della dinamica inflazionistica registrati negli ultimi mesi dell’anno passato si sono però confermati in gennaio; dal picco del 10,6 per cento toccato in ottobre l’inflazione è scesa, secondo stime preliminari, all’8,5, anche se la componente di fondo (al netto, cioè, dei beni energetici e alimentari) si è consolidata, al 5,2 per cento, per il consueto ritardo nella trasmissione della dinamica dei prezzi dell’energia.
Il prezzo del gas consegnato in Europa, che nelle ipotesi tecniche incorporate nelle proiezioni dell’Eurosistema era stato fissato a 124 euro per megawattora nella media del 2023 e a 98 nel 2024, ha proseguito la discesa iniziata alla fine di agosto, attestandosi al di sotto di 60 euro. Anche le strozzature nell’offerta di prodotti intermedi si sono nettamente attenuate.
Date queste più recenti dinamiche, le aspettative d’inflazione a breve termine sono in forte calo sui mercati finanziari. …