di Krzysztof Bankowski, Othman Bouabdallah, Cristina Checherita-Westphal, Maximilian Freier, Pascal Jacquinot and Philip Muggenthaler
L’inflazione nell’area dell’euro è aumentata a un ritmo visto per l’ultima volta negli anni ’70
L’area dell’euro, come altre economie avanzate, ha dovuto affrontare le sfide poste dal rapido e forte aumento dell’inflazione. Dalla metà del 2021, l’inflazione nell’area dell’euro è aumentata a un ritmo visto per l’ultima volta negli anni ’70 e all’inizio degli anni ’80, dopo essere stata al di sotto dell’obiettivo del 2% della BCE per quasi un decennio. L’inflazione complessiva su base annua, misurata dall’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA), è passata dall’1,9% nel giugno 2021 al 10,6% nell’ottobre 2022, prima di scendere al 9,2% nel dicembre 2022. Il forte aumento dell’inflazione ha in larga misura è stato il risultato di shock esterni dal lato dell’offerta e, in misura minore, di fattori interni guidati dalla domanda.
Il rapporto tra inflazione e finanza pubblica va in entrambe le direzioni e dipende da diversi fattori. Convenzionalmente, un tasso di inflazione più elevato dovrebbe migliorare le finanze pubbliche, almeno nel breve termine. Ciò è dovuto al fatto che un tasso di inflazione più elevato aumenta le entrate pubbliche, mentre la spesa pubblica tende ad aumentare solo con un ritardo.
Tuttavia, come mostra questo articolo, le implicazioni fiscali di uno shock inflazionistico dipendono da diversi fattori, i più importanti: (i) la natura e l’entità dello shock inflazionistico; (ii) la risposta fiscale discrezionale allo shock inflazionistico; (iii) aspetti istituzionali dei bilanci pubblici (es. indicizzazione dei prezzi di alcune spese pubbliche e caratteristiche dei sistemi fiscali); e (iv) la reazione della politica monetaria. A sua volta, la reazione della politica fiscale influisce sulle stesse prospettive inflazionistiche, a seconda dell’entità dell’impulso e della sua composizione, tra gli altri fattori.
Questo articolo valuta la relazione tra politica fiscale e inflazione, con particolare attenzione all’area dell’euro e sulla base delle ultime proiezioni macroeconomiche dello staff dell’Eurosistema.
Dopo una panoramica della letteratura nella sezione 2, la sezione 3 analizza l’impatto dell’inflazione sulle finanze pubbliche. Viene fatta una distinzione tra le misure discrezionali adottate dai governi per alleviare l’onere dell’elevata inflazione sull’economia e altri aggiustamenti sia sul lato delle spese che su quello delle entrate dei bilanci pubblici. L’analisi comprende anche l’impatto dell’attuale shock inflazionistico sulle proiezioni del debito pubblico a lungo termine. La sezione 4 presenta simulazioni di modelli che misurano l’impatto delle misure discrezionali di politica fiscale sull’inflazione e sulla crescita. Un riquadro sugli aspetti distributivi delle misure di politica fiscale, in particolare quelle sul lato del reddito delle famiglie, completa questa analisi. Conclude la a sezione 5.
L’inflazione colpisce diverse componenti delle finanze pubbliche.
Questi includono: (i) spese e entrate primarie, e quindi il saldo di bilancio primario; (ii) tassi di interesse di mercato, che riflettono l’impatto dell’inflazione sugli interessi corrisposti dal governo agli obbligazionisti; (iii) il rapporto debito pubblico/PIL e il valore reale del debito, la cui evoluzione riflette anche il saldo primario ei tassi di interesse di mercato. …