Rallenta l’inflazione ma saliranno ancora i tassi d’interesse
Continua a rallentare il tasso di inflazione. Secondo le stime preliminari dell’Istat, nel mese di febbraio 2023 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,3% su base mensile e del 9,2% su base annua, da +10,0% nel mese precedente. Ma non bisogna farsi illusioni e se la strada sembra essere quella giusta è ancora lungo il percorso da intraprendere. In una intervista alla stampa spagnola pubblicata domenica, la presidente della BCE Christine Lagarde, conferma che a metà marzo, con molta probabilità ci sarà un nuovo rialzo dei tassi d’interesse di 50 punti base. Questo perché, seppure l’inflazione complessiva è scesa e continuerà a scendere, “l’inflazione core”, indicatore economico utilizzato per misurare il tasso di inflazione escludendo dal calcolo i prezzi dei beni volatili come quelli alimentari e dell’energia, è ancora troppo alta.
Pil, indebitamento Ap e entrate tributarie
L’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche, misurato in rapporto al Pil, è stato pari a -8,0%, a fronte del -9,0% nel 2021. Il valore dell’indebitamento per gli anni 2020 e 2021 è stato aggiornato dall’Istat a seguito della modifica delle regole contabili europee per la registrazione dei crediti d’imposta. Scrive l’Istituto di statistica che nel 2022 l’economia italiana ha registrato una crescita decisa, ma inferiore rispetto a quella del 2021. A trascinare la crescita del Pil (+3,7%) è stata soprattutto la domanda nazionale al netto delle scorte, mentre la domanda estera e la variazione delle scorte hanno fornito contributi negativi.
Dal lato dell’offerta di beni e servizi, il valore aggiunto ha segnato crescite nelle costruzioni e in molti comparti del terziario, mentre ha subito una contrazione nell’agricoltura. La crescita dell’attività produttiva si è accompagnata a una espansione dell’input di lavoro e dei redditi. Il rapporto tra l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche e il Pil ha registrato un miglioramento rispetto al 2021.
E nel corso del 2022, certifica il MEF, che le entrate tributarie erariali accertate in base al criterio della competenza giuridica sono state pari a 544.528 milioni di euro, con un incremento di 48.484 milioni di euro rispetto al 2021 (+9,8%).
Vendite al dettaglio
I dati Eurostat sul volume delle vendite al dettaglio in Europa si rivelano peggiori di quanto ci si aspettasse e, dopo il -1,6 di dicembre, a febbraio le vendite sono salite solo dell’ 0,3%. Su base annua, poi, le vendite registrano una variazione negativa pari a -2,3% contro il -2,8% rilevato in precedenza.
La questione Brennero
Molto interessante, riflettendo sulla nostra economia, l’intervento del Presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, su quanto costano alle nostre aziende le problematiche e le criticità al Brennero. Basti pensare che “Attraverso questo valico, transitano annualmente merci per circa 160 miliardi di euro: un terzo circa di tutto l’interscambio commerciale del nostro Paese che passa attraverso i valichi alpini”.
Spiega il Presidente che i divieti di circolazione imposti dall’Austria unilateralmente hanno un costo pesantissimo per il nostro sistema economico, costo che va a pesare proprio in un momento di particolare fragilità economica, con i consumi stagnanti, l’inflazione ancora alta, le tensioni geopolitiche, tutte criticità cui sono sottoposte le economie nazionali e internazionali.
Sondaggi realizzati con Format Research
L’indagine Confcommercio Brescia-Format Research sull’andamento economico delle imprese del terziario mostra, che c’è più fiducia sull’andamento dell’economia italiana e della propria impresa, anche se l’inflazione costringerà più della metà delle attività a non effettuare gli investimenti programmati. Come sottolineato dal presidente Carlo Massoletti, “gli imprenditori bresciani stanno resistendo, ma le difficoltà rimangono molte”.
L’Osservatorio sul terziario di Ascom Torino con Format Research descrive un quadro in cui si evidenzia un miglioramento nel clima di fiducia delle imprese: si passa da un indice pari a 23 dello scorso trimestre a 42. Stesso movimento per la fiducia sul destino della propria attività: da 41 al 47 con tendenza a crescere anche in questo inizio di 2023.