Crisi bancarie
È un momento difficile per il sistema bancario internazionale che, la settimana scorsa, ha visto prima il fallimento di due banche americane, Silicon Valley Bank e Signature Bank, e poi la crisi di Credit Suisse, colosso finanziario svizzero, salvato e acquisito per tre miliardi di franchi svizzeri da UBS. Sono certamente crisi diverse ma che hanno contribuito ad alimentare un clima di notevole inquietudine e incertezza sui mercati internazionali. Intervenendo oggi sulla questione, la presidente della BCE Lagarde ha detto: “Stiamo monitorando da vicino gli sviluppi del mercato e siamo pronti a rispondere se necessario per preservare la stabilità dei prezzi e la stabilità finanziaria nell’area dell’euro”. Ribadendo poi che il sistema bancario europeo è solido e resiliente. (QUI)
Inverno demografico
Nell’ultimo report Istat sulla dinamica demografica in Italia per l’anno 2022, troviamo ancora nuovi record negativi. Al 31 dicembre scorso, la popolazione residente risulta essere inferiore di circa 179mila persone rispetto all’inizio dell’anno e ciò, nonostante il contributo positivo del saldo migratorio con l’estero. Tra i dati più preoccupanti c’è quello sulle nascite, sempre in ulteriore calo e i dati sui decessi che restano comunque a livelli elevati. In sostanza, l’Italia sta diventando un paese con meno persone e con una popolazione sempre più anziana. Questo è un problema importante anche per l’economia e lo sviluppo sociale. In generale, i paesi con una popolazione giovane e in aumento tendono a crescere più rapidamente anche dal punto di vista economico.
Recessione tecnica
I dati dell’ultima Congiuntura Confcommercio indicano che a febbraio c’è stato un calo del Pil dello 0,3% su base mensile. I consumi alimentari sono in riduzione a causa dell’aumento dei prezzi. “Le incertezze ereditate dal 2022 non si risolvono – commenta il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella. – Si conferma lento il rientro dalle dinamiche inflazionistiche e si conferma altrettanto serio l’impatto di queste sui consumi”. Nel mese di marzo, è riportato nella Congiuntura, il PIL dovrebbe ridursi dello 0,3% rispetto al mese precedente. Su base annua si registrerebbe una flessione dello 0,2%. Nel complesso il primo quarto del 2023 si chiuderebbe con una contrazione dello 0,3% mensile, confermando la “recessione tecnica”.
Inflazione
A febbraio, scrive l’Istat, si consolida la fase di rapido rallentamento dell’inflazione (scesa a +9,1%). La flessione è frutto dell’attenuazione delle tensioni sui prezzi dei Beni Energetici, sia della componente regolamentata sia di quella non regolamentata. Tuttavia, si mantengono le spinte al rialzo dei prezzi nel comparto dei Beni alimentari, lavorati e non, dei Tabacchi e dei Servizi, quasi tutti in accelerazione tendenziale. Come conseguenza di tali andamenti, si accentua la crescita su base annua della componente di fondo (+6,3%) e quella del cosiddetto “carrello della spesa”, che risale a +12,7%, dopo il rallentamento osservato a gennaio.
E nel contrasto all’inflazione ancora troppa elevata in Europa, la BCE ha deciso di alzare ancora i tassi di interesse di 50 punti base. “L’elevato livello di incertezza – ha detto la Presidente Lagarde – accresce l’importanza di un approccio fondato sui dati per le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di riferimento, che saranno determinate dalle sue valutazioni sulle prospettive di inflazione alla luce dei nuovi dati economici e finanziari, dalla dinamica dell’inflazione di fondo e dall’intensità di trasmissione della politica monetaria”. Il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principale, i tassi di interesse sulla linea di rifinanziamento marginale e sulla linea di deposito saranno aumentati rispettivamente al 3,50%, 3,75% e 3,00% a partire dal 22 marzo 2023. Una manovra drastica quella di Francoforte, specie in questo momento dell’economia e della finanza europee, già stressate per i fallimenti delle due banche Usa e per la vicenda del Credit Suisse di cui abbiamo accennato in testa.
Sondaggi realizzati con Format Research
Un’importante indagine è stata realizzata da SNAG-Confcommercio (Sindacato Nazionale Autonomo dei Giornalai) in collaborazione con Format Research. Tra i principali risultati troviamo che più di un italiano su tre va in edicola ogni settimana con una spesa media di quasi 10 euro. Di questi, la maggior parte ha un punto vendita di fiducia e facile da raggiungere. Oltre l’80% dei clienti delle edicole sono interessati a servizi aggiuntivi come pagamenti di utenze o punti di ritiro pacchi ma, per la quasi totalità dei clienti, le edicole rappresentano un presidio sociale e informativo. Inoltre, l’83% degli italiani ritiene importante l’informazione in edicola e per due clienti su tre la perdita del punto vendita di fiducia determinerebbe un minore accesso all’informazione.
Si è tenuta nella sala Consiliare del comune di Borgotaro la conferenza stampa di presentazione di una ricerca promossa da Ascom Parma e realizzata da Format Research per comprendere la situazione del settore terziario del comune e fare la fotografia dell’andamento delle imprese, lo stato del decoro urbano e le prospettive del territorio. Come ha commentato il Presidente Ascom Vittorio Dall’Aglio, “emerge sicuramente una realtà positiva, che fa onore al comune e di questo ne siamo molto orgogliosi, perché i poli provinciali costituiscono una parte fondamentale sia per l’Organizzazione che per l’intero territorio.”