Previsione di lieve recessione
Sylvain Broyer, capo economista per Europa e Medio Oriente di S&P Global Ratings, commentando un comunicato dell’agenzia di rating, dove si confermano le previsioni di una lieve recessione nell’area dell’euro, ha detto: “Vediamo un elevato rischio di una lieve recessione più avanti. Abbiamo rivisto marcatamente al ribasso la nostra previsione sulla crescita 2024, al più 1% dal più 1,4%, e ci attendiamo che ci vorrà fino al 2025 prima che la crescita del PIL torni al suo potenziale”. Per quanto riguarda l’inflazione si prevede che i livelli perseguiti dalla Banca Centrale Europea, il 2%, non sarà raggiunto prima del 2025. (QUI)
Incertezza
Intervistato dal BusinessPost, Luis de Guindos, vicepresidente della BCE, fornisce interessanti spunti sul panorama economico dell’Eurozona e dice: Le nostre proiezioni di dicembre avevano incluso una recessione tecnica, con due trimestri consecutivi di crescita negativa. Ma non è più il nostro scenario di base. Allo stesso modo, nuovi indicatori e dati sull’inflazione principale erano stati abbastanza positivi da ottobre. Le proiezioni pubblicate la settimana scorsa erano più ottimiste sulla crescita e sull’inflazione. Tuttavia, i numeri sulla crescita non erano ottimi, oscillavano intorno all’1%, mentre l’inflazione era chiaramente più positiva, in particolare l’inflazione principale. La domanda ora è come gli eventi nel sistema bancario degli Stati Uniti e Credit Suisse influenzeranno l’economia della zona euro. Nelle prossime settimane e mesi, dobbiamo valutare se daranno luogo a un ulteriore irrigidimento delle condizioni di finanziamento. … Questi eventi aumentano l’incertezza…
Crescita piatta
Nelle sue previsioni di primavera, il Centro Studi di Confindustria parla di una crescita annua del Pil per il 2023 dello 0,4%, in linea con l’Eurozona, ma comunque migliore delle attese. Il miglioramento dello scenario CSC per il 2023, è scritto nel rapporto di previsione, è esclusivamente legato alla migliore dinamica dell’economia nella seconda metà del 2022. E così, escludendo il trascinamento, per quest’anno si conferma una crescita piatta. Nel 2024 si prevede un’ulteriore crescita del PIL del 1,2% annuo, grazie al rientro dell’inflazione, alla politica monetaria meno restrittiva e alla schiarita nel contesto internazionale.
Microimprese
È stato presentato l’ultimo numero della rivista scientifica dell’Inapp. Leggiamo che il 99,4% del tessuto produttivo italiano è formato da piccole e microimprese (rispettivamente di 10-49 addetti e 0-9 addetti), che danno occupazione al 63,4% degli addetti del settore privato non agricolo. Si tratta di una particolarità italiana che si è significativamente accentuata tra gli anni Novanta e il primo decennio di questo secolo, mentre nell’ultimo decennio si è lievemente attenuata, rimanendo comunque nettamente predominante.
Secondo il professor Sebastiano Fadda, la stragrande predominanza di imprese di piccole dimensioni nel sistema produttivo italiano è considerata dagli osservatori a volte come un grande elemento di debolezza, a volte come un significativo punto di forza. In realtà, mentre le nuove tecnologie consentono elevati livelli di efficienza produttiva anche su piccola scala, vari elementi organizzativi, gestionali e di sistema pongono forti limiti allo sviluppo di tutte le potenzialità proprie di questa categoria di imprese.
Acqua
La settimana scorsa è stata celebrata la giornata mondiale dell’acqua. Con l’occasione l’Istat ha presentato le sue statistiche sull’acqua per gli anni 2020 – 2022. Tra i moltissimi dati messi a disposizione troviamo che sono ancora elevate le perdite idriche nelle reti di distribuzione: nel 2020, il volume delle perdite idriche totali nella fase di distribuzione, è stato il 42,2% dell’acqua immessa in rete. Un altro dato che ci ha colpito è che, sempre nel 2020, 6,7 milioni di residenti non sono allacciati alla rete fognaria pubblica.
“Età anziana: tempo di diritti e responsabilità”, indagine con Format Research
Si è tenuta alla Camera di Commercio di Roma la presentazione del volume “Età anziana: tempo di diritti e responsabilità” realizzato da 50&Più e Fondazione Leonardo ed edito da Il Mulino. Nel libro è presente la ricerca “Anziani e diritti: un’indagine Format Research sulla loro percezione”, presentata da Pierluigi Ascani durante l’evento.
«Se nel ‘900 ci siamo “inventati” l’infanzia come età della vita in cui esistono bisogni, diritti e servizi specifici, oggi dobbiamo re-inventare la terza età», ha spiegato Carlo Sangalli, Presidente Nazionale di 50&Più a Spazio50.
La presentazione di “Età anziana: tempo di diritti e responsabilità”, infatti, guarda al futuro partendo dal presente, dai bisogni che devono diventare diritti, ma anche dai doveri dei senior. «C’è la consapevolezza che la persona avanti negli anni abbia anche dei doveri. Il primo è quello nei confronti degli altri e lo troviamo nel tempo che i senior spendono nella cura dei propri nipoti e nell’assistere i figli», ha commentato Pierluigi Ascani, Presidente di Format Research.