4 aprile 2023

Vittorio Dall’Aglio  Presidente Ascom Parma: Quella con Format è dunque una collaborazione orami consolidata che ci permette non solo di analizzare il periodo appena trascorso, ma anche di provare a fare luce sui mesi che ci aspettano

“Convinti che il dato sia sempre la base da cui partire per formulare proposte e stimolare nuove riflessioni, continuiamo a tenere monitorato lo stato di salute delle imprese, con cadenza semestrale, anche  in ragione dei continui mutamenti che dal 2020 impattano il Paese e l’economia locale. – ha commentato Vittorio Dall’Aglio  Presidente Ascom Parma – Quella con Format è dunque una collaborazione orami consolidata che ci permette non solo di analizzare il periodo appena trascorso, ma anche di provare a fare luce sui mesi che ci aspettano, indagando aspettative e prospettive delle imprese.

Miglioramento della fiducia delle imprese del Terziario a Parma

I dati dell’indagine Format Research, giunta alla sua 5° edizione, mettono in evidenza un miglioramento della fiducia delle imprese del Terziario a Parma, settore che, lo ricordiamo, rappresenta oltre il 64% delle imprese attive nel commercio, nel turismo e nei servizi. In crescita anche le aspettative in vista dei primi sei mesi del 2023 sostenute dalla tenuta dei ricavi e dei consumi. Positivo anche il dato sugli investimenti che rileva un 23% di imprese che ha chiesto credito per fare investimenti, così come il dato sull’occupazione che dopo un leggero calo a fine 2022, registra un miglioramento per il prossimo semestre.

“La realtà di Parma – ha aggiunto Claudio Franchini Direttore Ascom Parma – mostra dunque, in modo più marcato rispetto all’andamento medio nazionale,  un sistema imprenditoriale vivo e resiliente, che ha voglia di investire dimostrando di avere fiducia nella propria impresa.”

Preoccupazione a causa dell’allarme generato dall’aumento dell’inflazione e all’incremento dei  prezzi praticati dai fornitori

Parallelamente emerge però forte preoccupazione a causa dell’allarme generato dall’aumento dell’inflazione e all’incremento dei  prezzi praticati dai fornitori che continuano ad erodere la marginalità e la capacità di fare fronte al fabbisogno finanziario delle imprese.

La combinazione di questi due fattori infatti ha fatto si che il terziario stia contraendo i propri margini facendosi carico al proprio interno dell’aumento dei costi a monte, per tutelare la clientela finale.  E i dati lo dimostrano: nel corso del 2022, a seguito dei sopracitati aumenti, circa il 28% delle imprese non ha aumentato i prezzi di vendita mentre il 50% lo ha fatto in misura inferiore o molto inferiore rispetto agli aumenti subiti. Parallelamente la situazione dei ricavi ha subito un calo per il 30,6% delle imprese.

Riduzione dei margini e dei ricavi

La continua riduzione dei margini e dei ricavi, indicata infatti dal 71% degli intervistati come principale conseguenza dell’aumento dei costi sulla propria impresa anche nei prossimi mesi, deve necessariamente trovare una battuta d’arresto. “Le imprese che fino ad oggi, seppur in maniera inferiore rispetto all’Italia, – ha concluso Dall’Aglio – hanno ammortizzato al proprio interno l’aumento dei prezzi, devono poter tornare a produrre liquidità e investimenti che oggi faticano a mantenere.” In questo senso il dato sulla domanda e offerta di credito è significativo: diminuiscono le imprese che hanno chiesto credito negli ultimi 6 mesi mentre il 44% di coloro che hanno fatto richiesta lo ha fatto per esigenze di liquidità e cassa.

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