15 aprile 2023
Osservatorio Confcommercio Energia: a marzo 2023 riduzione delle spese energetiche rispetto a febbraio ma nel confronto con i costi pre-crisi +36% per l’elettricità e +116% per il gas. “Sterilizzare gli oneri generali di sistema e rafforzare i crediti d’imposta per luce e gas”.
Pe quel che riguarda il caro-energia, tema diventato dominante all’indomani dello scoppio della guerra in Ucraina, il 2023 è iniziato con segnali confortanti per via della parziale diminuzione del prezzo del petrolio e una più significativa diminuzione del prezzo del gas e dell’energia elettrica.
Questi segnali sono, tuttavia, ben lontani da poter considerare superati, o in via di
superamento, i rischi per l’economia italiana. Secondo l’Osservatorio Confcommercio Energia, nel mese di marzo 2023, per le utenze tipiche del terziario di mercato, si registra, in generale, rispetto al mese di febbraio 2023, una “timida” riduzione del prezzo dell’energia elettrica e del gas. Tuttavia, gli importi in bolletta continuano ad essere elevati rispetto ai valori rilevati prima della recente crisi energetica (fino a +36% per le forniture elettriche e +116% per il gas). Proprio alla luce di questi dati, è necessario ridurre gli oneri generali di sistema per il settore elettrico, la cui incidenza sul costo della fornitura è di oltre il 25% (voce che pesa circa 13,1 miliardi di euro all’anno sulla spesa energetica degli italiani). Inoltre, anche se è certamente positiva la proroga, fino a giugno 2023, dei crediti d’imposta “energetici”, la percentuale di detrazione prevista, per il secondo trimestre 2023, è assolutamente insufficiente.
Con riferimento al settore dei trasporti, si evidenzia un forte aumento del prezzo finale
avvenuto all’indomani dell’invasione dell’Ucraina. La pressione di questo aumento sui costi
di famiglie e imprese ha portato, nel giro di pochi giorni, l’allora governo Draghi a
intervenire con una riduzione delle accise di 25 centesimi al litro. Nell’estate e autunno
2022, il prezzo finale del gasolio auto si è mosso in linea con le variazioni del prezzo del
petrolio, registrando un leggero trend di diminuzione. Tra dicembre 2022 e gennaio 2023,
questo trend si è bruscamente interrotto a causa della decisione dell’attuale governo di
riportare le accise ai livelli esistenti prima della riduzione introdotta dal governo Draghi.