L’inflazione torna a crescere
Sia nell’Eurozona, come certificano i dati Eurostat, che in Italia, con i dati (provvisori) sui prezzi al consumo di Istat, l’inflazione torna a crescere. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, ad aprile sulla base delle stime preliminari registra un aumento dello 0,5% su base mensile e dell’8,3% su base annua, da +7,6% del mese precedente. Le ragioni di questi aumenti sono dovute all’innalzamento dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (i carburanti per gli autoveicoli, i lubrificanti, i combustibili per uso domestico non regolamentati e l’energia elettrica mercato libero). A livello europeo, si è passati dal 6,9% al 7%, un lieve rialzo dell’inflazione che fa però notizia visto che è il primo aumento dalla discesa iniziata dopo aver toccato i massimi nel novembre scorso.
Restando in tema di inflazione si segnalano dal IMF BLOG, di Alfred Kammer, le riflessioni contenute in Europe’s Knife-Edge Path Toward Beating Inflation Without a Recession, Il percorso a rischio dell’Europa verso la sconfitta dell’inflazione senza recessione, in cui si mostra come sia rischiosa, in questo momento così delicato e incerto, la lotta all’inflazione. Bisogna dunque procedere con molta cautela, al fine di evitare conseguenze negative sull’economia europea.
Lavoro
Proprio l’inflazione potrebbe essere una concausa della grave perdita globale di posti di lavoro che potrebbe avvenire entro il 2027. Secondo “FUTURE OF JOBS 2023”, articolata e corposa pubblicazione del World Economic Forum, entro il 2027 circa il 2% dei posti di lavoro globali potrebbe essere a rischio a causa di inflazione, rallentamento economico e carenze di approvvigionamento, mentre la digitalizzazione e la transizione energetica creeranno nuove opportunità che richiederanno una riqualificazione professionale. L’intelligenza artificiale potrebbe minacciare alcune mansioni, ma avrà anche un impatto globale positivo. La trasformazione comporterà la perdita di 83 milioni di posti di lavoro e la creazione di 69 milioni entro il 2027, il che rappresenta un saldo negativo di 14 milioni di posti di lavoro.
Per quanto riguarda il nostro Paese, nel dibattito sul lavoro e l’occupazione, che si intreccia con il più ampio tema della demografia declinante in Italia, un aspetto che va posto al centro dell’attenzione riguarda il tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro. Per questo l’Ufficio Studi di Confcommercio ha realizzato un focus sulla partecipazione femminile al mercato del lavoro contenuto nel rapporto Terziario&Lavoro di cui abbiamo parlato la settimana scorsa. Se il tasso di occupazione delle donne in Italia è pari al 43,6% contro una media europea del 54,1%, nel terziario di mercato l’occupazione femminile supera quella maschile: rispetto al totale dell’economia italiana, infatti, in questo settore lavorano il 75% delle donne mentre la quota maschile è al 52%.
Fiducia di consumatori e imprese
Secondo l’ultima rilevazione Istat, ad aprile 2023 si stima un aumento sia dell’indice del clima di fiducia dei consumatori, sia dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese. Il clima di fiducia delle imprese, commenta l’Istituto di statistica, continua ad aumentare per il secondo mese consecutivo tornando sul livello di luglio 2022 il valore più elevato negli ultimi 10 mesi. L’aumento dell’indice registrato ad aprile è la sintesi di valutazioni settoriali piuttosto eterogenee: in miglioramento nei servizi di mercato e nelle costruzioni e in diminuzione nella manifattura e nel commercio al dettaglio. Per quanto riguarda i consumatori, la dinamica positiva dell’indice riflette il miglioramento dei giudizi sulla situazione economica generale e su quella corrente mentre le opinioni sul quadro personale e futuro sono improntate alla cautela.
Sondaggio realizzato con Format Research: Osservatorio congiunturale Ascom Confcommercio Bergamo
Secondo l’Osservatorio congiunturale Ascom Confcommercio Bergamo commissionato a Format Research, dopo il panico dello scorso anno, causato dall’esplosione dei costi dell’energia, il clima di fiducia delle imprese del terziario bergamasco mette a segno un deciso miglioramento, in linea con il dato nazionale. La fiducia nell’economia italiana sale a quota 43 recuperando ben 17 punti rispetto all’autunno 2022. La previsione per il prossimo autunno è di un suo assestamento a 42, un punto in meno dell’attuale. L’indice bergamasco è migliore di 4 punti rispetto a quello nazionale.