24 maggio 2023

Intesa Sanpaolo: presentato insieme a Prometeia il Rapporto Analisi dei Settori Industriali Maggio 2023

L’industria manifatturiera italiana dovrebbe chiudere il 2023 con un livello di fatturato stabile a prezzi costanti

L’industria manifatturiera italiana dovrebbe chiudere il 2023 con un livello di fatturato stabile a prezzi costanti (+0,4% tendenziale), consolidando i significativi progressi del biennio precedente (+9,1% la crescita media annua nel 2021-22). Il fatturato a prezzi correnti, in crescita tendenziale dell’1%, potrà superare i 1170 miliardi di euro a fine anno, 260 miliardi di euro in più rispetto al 2019.

In prospettiva, la distensione del contesto operativo interno e internazionale, grazie anche al rientro dell’inflazione, permetterà al manifatturiero italiano di tornare a crescere a ritmi più vivaci di quelli degli ultimi decenni (1,3% medio annuo nel 2024-27 a prezzi costanti e 2% a prezzi correnti).

Cruciale sarà il contributo dell’export, che nel 2023, per la prima volta, supererà la soglia del 50% sul totale del fatturato. Grazie alla buona capacità dell’industria italiana di servire nicchie a elevato valore aggiunto, l’avanzo commerciale continuerà a crescere verso un nuovo record, superando i 110 miliardi di euro nel 2027.

Sul fronte interno, i fondi del PNRR sosterranno il ciclo degli investimenti, controbilanciando l’andamento meno brillante dei consumi, penalizzati dall’erosione dei redditi reali imposta dall’inflazione, soprattutto nel 2023 e, nel medio termine, dai cambiamenti nelle abitudini di spesa, conseguenti anche al progressivo invecchiamento della popolazione.

Fra i settori più dinamici nel 2023 e nel medio termine troviamo Elettrotecnica, Meccanica, Elettronica e Autoveicoli e moto, fondamentali per sostenere i progressi in chiave digitale e ambientale. Seguono i settori che più di altri saranno in grado di cogliere le opportunità di crescita sui mercati esteri: Sistema moda, Farmaceutica e Largo consumo. In fisiologico rallentamento i Prodotti e materiali da costruzione e gli Intermedi chimici, sensibili alla domanda edilizia, e i settori produttori di beni destinati all’ambiente domestico, Mobili ed Elettrodomestici.

Determinante, per raggiungere questi risultati, sarà la corretta gestione del passaggio generazionale ai vertici delle imprese, che incide sulla propensione a adottare nuove tecnologie per affrontare la transizione digitale, ambientale ed energetica. Inoltre, il passaggio di competenze e il rinnovo della forza lavoro sarà messo a dura prova da un contesto demografico caratterizzato da vincoli sempre più stringenti: nel 2022 la quota di occupati under 40 nell’industria manifatturiera italiana è scesa al 34,8%, dal 51,1% del 2008, la percentuale più bassa fra le grandi manifatture europee.

Dal punto di vista finanziario, tassi di crescita più modesti e costi di approvvigionamento ancora penalizzanti incideranno sui margini unitari nel 2023, ma l’Ebitda si confermerà su livelli storicamente elevati. Pur a fronte di una dispersione delle performance, tra settori e all’interno dei settori, le imprese manifatturiere italiane possiedono al loro interno le risorse necessarie per affrontare le sfide dell’orizzonte previsivo.

L’analisi dei bilanci internazionali conferma un significativo processo di convergenza tra l’industria italiana e i competitor europei di Germania, Francia e Spagna, in termini di rafforzamento della redditività, della patrimonializzazione e degli equilibri finanziari.

 

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